«In questo “Medioevo tecnologico”– dove la mente digitale crede ancora nel mito dell’oggettività scientifica e seziona con il suo “bisturi razionale” osservazione e osservato, arte e scienza – la musica e lo scientismo dimenticano che, per generare i suoni, bisogna conoscere la proportio aurea, studiata da giganti del pensiero come Pitagora, Leonardo, Bruno e Böhme. Esiste “un’intonazione scientifica” con cui fare musica: i rapporti tra le note dovrebbero seguire gli stessi rapporti matematici che governano la riproduzione di molte specie, la fillotassi e il nostro sistema solare o, se preferite, il sistema sol-la-re». Frutto di anni di ricerche, il libro mette in correlazione la musica e la scienza dell’intonazione, conducendo il lettore attraverso l’antica sapienza di Pitagora, Fibonacci, Leonardo da Vinci e Giovanni Keplero, per giungere alle più moderne ricerche della fisica quantistica e delle neuroscienze. L’Autore mostra come l’uniformità al la a 440 hertz sia stata una scelta arbitraria decisa da poche influenti persone, senza portare alcuna valida motivazione o evidenza né scientifica né artistica a sostegno di quest’imposizione, allontanandoci così dall’intonazione naturale a 432 Hz, correlata alla risonanza terrestre.