Un viaggio dentro se stessi, per un'ecologia della propria testa, della pancia, delle mani, del passo che ogni scelta fa fare, da cui emerge il bisogno di ripensare la struttura societaria quotidiana fatta di famiglia e di team, di coppie e di single, di affetti e lavoro, di sogni e paure, di progetti e fallimenti, di opportunità e criticità, di amore e di odio.«La storia insegna che ogni ribellione è il desiderio ardito di detronizzare i tiranni che opprimono. Ri-bellarsi, per me, è avere voglia di "tornare al bello".» Per essere di nuovo belli, «ri-belli» appunto, è necessario partire da qui. Con questo proposito Giulio Dellavite torna alla scrittura completando idealmente il percorso iniziato con il suo libro precedente, Se ne ride chi abita i cieli.
E lo fa concentrando lo sguardo all'interno del nostro corpo, poiché si è reso conto di come ci sia bisogno di «un'ecologia umana integrale», di fatto una «ego-logia», per combattere l'inquinamento interiore che ci opprime, ci rende infelici o ci fa perdere la strada. Nasce così un viaggio dentro se stessi, per un'ecologia della propria testa, della pancia, delle mani, del passo che ogni scelta fa fare, da cui emerge il bisogno di ripensare la struttura societaria quotidiana fatta di famiglia e di team, di coppie e di single, di affetti e lavoro, di sogni e paure, di progetti e fallimenti, di opportunità e criticità, di amore e di odio.