Il mito del libero mercato, a cui si delega il compito di organizzare la società, sta pervadendo la cultura dell'Occidente e alimenta un'organizzazione economico-politica che esclude due terzi dell'umanità. Il sistema dominante, fondato sulla maggiorazione del profitto, sta consumando con la sua miopia anche la natura, considerata una risorsa a costo zero. Questi esiti distruttivi non nascono a caso, per un uso distorto di istruzioni valide, ma sono profondamente radicati nel progetto della modernità, nel suo esasperato individualismo, nella distruzione sistematica di ogni legame comunitario, nella distruzione del Solo. Di fronte alla colonizzazione dell'immaginario indotta dalla globalizzazione, è arrivato il momento di rileggere criticamente i presupposti della modernità, per individuare i limiti e ricostruire una civiltà a misura di uomo e non di mercato.