Tutti siamo passati attraverso quel processo di condizionamento che i più chiamano educazione e tutti abbiamo imparato a filtrare gli eventi attraverso la logica meccanicistica: se fai questo ti accade quello. Ma le leggi della logica meccanicistica non hanno lo scopo di permetterci di conoscere la realtà, bensì quello di renderci misurabili, prevedibili, governabili. Gli eventi non accadono perché hanno delle cause ma perché hanno un fine. Non esiste solo un metodo di pensiero maschile logico-razionale, esiste anche un metodo di pensiero femminile, mitico-emozionale. Per gli antichi, per esempio, sarebbe stato un sacrilegio impensabile costringere gli eventi nella prigione della logica meccanicistica, gli “eventi” erano per loro “enti”, “entità”, “spiriti”, “dei”, “dee”, bisognava piuttosto propiziarseli, renderseli amici, compagni amanti per co-creare insieme alla divinità il divenire.