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Bhasa
Vasavadatta in sogno
a cura di Paolo Magnone
Mimesis
Pag. 140 Formato: 11 x 17 cm. Anno: 2001 ISBN: 978-88-8483-023-4
€. 8.50 €. 8.07 (-5%)
L’incantevole regina Vasavadatta è morta in un incendio a palazzo. Il re si dispera, farnetica come un folle, si rotola nella polvere, poi cede alla ragion di stato e convola a nuove nozze con la dolce Padmavati, la figlia del potente re del Magadha, senza poter dimenticare colei che sempre alberga nel suo cuore. Ma un bel giorno in una visione di crepuscolo, ai margini sfilacciati di un sogno fucace, bella e triste, l’antica sposa gli appare… la Vasavadatta in sogno, qui tradotta per la prima volta in italiano, è opera drammatica che ha consacrato la fama di Bhasa come il primo grande maestro del teatro indiano. Bhasa è un autore teatrale indiano del II-III secolo d.C. Influenzò i principali drammaturghi indiani successivi, a partire dallo stesso Kalidasa. Tra gli undici drammi a lui ascritti e ritrovati fortunosamete aoltanto agli inizi del Novecento, lo Svapnavasavadatta, "vasavadatta in sogno", rappresenta il suo indiscusso capolavoro. Paolo Magnone insegna Lingua e Letteratura Sanscrita all’Università Cattolica di Milano. Tra i suoi preminenti interessi di ricerca figurano i grandi carpora mitologici dell’epica e dei Purana e la filosofia delle Upanisad e del Samkhya-Yoga. Traduzione dall’originale sancrito e pracrito di Magnone P.
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informazioni sull'Autore: Bhasa
Bhāsa fu uno dei primi drammaturghi indiani in lingua sanscrita. Nella sua opera più conosciuta, Svapnavāsavadattā (“Il sogno di Vāsavadattā"), racconta di un re che perde e poi riconquista il suo regno per colpa di un usurpatore. La maggioranza dei suoi drammi sono adattazioni ingegnose di temi di eroismo e di amore romantico ispirati ai due grandi poemi epici indiani, il Rāmāyaṇa e il Mahābhārata. Bhāsa si discostò dalla drammaturgia tradizionale del tempo, raffigurante scene di battaglia e uccisioni sul palcoscenico. La sua influenza si può osservare nelle opere del grande drammaturgo Kālidāsa del V secolo, che consapevolmente imitò e migliorò alcuni dei motivi letterari di Bhasa[1].
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