Bruno Bettelheim (Vienna, 28 agosto 1903 – Silver Spring (Maryland), 13 marzo 1990) è stato uno psicoanalista austriaco, di origini ebraiche, si rifugiò negli USA, dove gli fu concessa la cittadinanza. Fu psicologo dell'infanzia e si interessò in particolare all'autismo. sui studi si incentrano sulla psicoanalisi applicata all'età evolutiva. In particolare ebbero successo le sue teorie sull'autismo. La sua ipotesi che attribuiva la causa dell’autismo a un rapporto inadeguato con la madre (la cosiddetta madre frigorifero), da cui si doveva essere staccati per una terapia riabilitativa (la cosiddetta parentectomia), viene oggi considerata superata.
Nel suo celebre e discusso La fortezza vuota, Bettelheim correlava anche il comportamento dei bambini autistici a quello di alcune vittime delle SS nei lager nazisti, quelli che erano totalmente rassegnati alla morte e si ritiravano completamente dal mondo. Sostenne la scarsa utilità o addirittura la nocività di un approccio educativo basato sul metodo delle punizioni, in particolare di tipo fisico. Si interessò anche alle fiabe. Nel suo libro Il mondo incantato (The Uses of Enchantment. The Meaning and Importance of Fairy Tales, vincitore del National Book Award nel 1977) sostiene che le fiabe dei fratelli Grimm siano rappresentazione di miti freudiani. Compare nel ruolo di se stesso nel film Zelig di Woody Allen (1983).