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Giovanni Verga
Storia di una Capinera
A cura di Silvia Rota Sperti
Feltrinelli
Pag. 176 Formato: 13 x 20 cm. Anno: 2015 ISBN: 978-88-07-90185-0
€. 8.50 €. 8.07 (-5%)
Storia di una capinera è il primo, già straordinario, romanzo di Verga.
Pubblicato nel 1871 e scritto due anni prima, tramite una forma epistolare dominata alla perfezione ci tuffa nel cuore pulsante di un’anima prigioniera.
Maria, una ragazza costretta dalla famiglia a chiudersi in convento in assenza di qualsiasi vocazione, durante una breve permanenza in campagna avvia con l’amica Marianna una corrispondenza che diviene per lei l’unico modo di dar sfogo ai suoi molti turbamenti.
Respirando finalmente un’aria non compressa all’interno delle mura del convento, Maria scopre l’esistenza di un mondo più ampio, più inebriante, più vivo.
E, soprattutto, scopre l’esistenza e l’essenza dell’amore, un sentimento che, costretto a nuotare controcorrente, la sconvolgerà per sempre.
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Scheda dell'autore: Giovanni Verga
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informazioni sull'Autore: Giovanni Verga
Giovanni Verga nasce a Catania nel 1840, da una famiglia di proprietari terrieri di Vizzini. Si iscrive nel 1858 alla facoltà di Giurisprudenza, ma senza portare a termine gli studi. Si dedica invece precocemente alla letteratura e alla pubblicistica: compone fra il 1856 e il 1861 due romanzi, Amore e patria, rimasto inedito, e I carbonari della montagna, stampato a proprie spese. Nel 1863 pubblica il romanzo Sulle lagune in una rivista fiorentina e a Firenze si reca nel suo primo viaggio importante, nel 1865. Nel 1866 esce Una peccatrice e nel 1871 Storia di una capinera, il suo primo vero successo di pubblico. Intanto soggiorna sempre più a lungo a Firenze, dove frequenta l'ambiente intellettuale. Dal 1872 si stabilisce a Milano, con qualche breve ritorno in Sicilia, ma intraprende anche viaggi all'estero, a Parigi, a Londra e in Germania. È il periodo di più intensa attività compositiva: dai romanzi Eva, Tigre reale, Eros, ai primi esperimenti di realismo con Nedda (1874) e altre novelle. La grande stagione creativa verghiana dura circa dieci anni, dal 1880 al 1889, comprendendo fra l'altro le raccolte Vita dei campi, Novelle rusticane, Per le vie, e i romanzi I Malavoglia, Mastro-don Gesualdo, primi due del progettato ciclo dei Vinti, che l'autore non riuscì tuttavia a proseguire (sono rimaste solo poche pagine del terzo romanzo previsto, La duchessa di Leyra). Risale a questo periodo anche il maggior successo teatrale, la trasposizione della novella Cavalleria rusticana, che andò in scena a Torino nel 1884. Dal 1893 ritorna a dimorare a Catania. Comincia a diradarsi la composizione letteraria: escono ancora alcune raccolte di novelle e qualche opera teatrale, fra cui la più rilevante è Dal tuo al mio (1903). Conduce per anni una vita appartata, finendo con l'essere dimenticato. Soltanto nel 1920 viene pubblicamente festeggiato per gli ottant'anni e nominato senatore. Muore nel 1922.
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