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Marco Ferrini
Sognando Vaikuntha
Viaggio alla scoperta delle vette luminose della coscienza
Centro Studi Bhaktivedanta
Pag. 160 Formato: 13,5 x 21 cm. Anno: 2009 ISBN: 978-88-547-0011-6
€. 10.00 €. 9.50 (-5%)
Vaikuntha non si può sognare ad occhi chiusi senza desiderarla ardentemente ad occhi aperti, e quando ardentemente la si desidera, essa si manifesta anche quando abbassiamo le palpebre e ritiriamo i sensi dagli oggetti del mondo. Vaikuntha ci chiama, perché noi tutti la conosciamo, anche se non la ricordiamo più, anche se ce ne siamo così tanto allontanati. E’ la nostra naturale dimora, la nostra dimensione reale. Per questo, anche quando non ne siamo consapevoli, la sogniamo. Come accade ad un raggio di luce che si rifrange in un prisma, Vaikuntha, passando attraverso lo spettro della nostra coscienza condizionata acquisisce forme molteplici, spesso anche lontanissime dalla sua essenza. Ma il ricercatore spirituale, anche se dovrà passare attraverso mille tempeste, tenderà sempre alle vette luminose di Vaikuntha, che eternamente lo attende.
ESTRATTO DAL LIBRO:
[…]
“Noi siamo ciò che desideriamo”, dicono gli antichi saggi indiani, “Come un uomo agisce così egli diventa. Com’è il desiderio di un uomo, così è il suo destino”. “Noi siamo ciò che pensiamo” disse Buddha, “Tutto quello che siamo nasce con i nostri pensieri. Con i nostri pensieri creiamo il mondo”.
Desiderio, volontà, pensiero, azione, risultato dell’azione: ciascun individuo ha la possibilità di progettare e decidere il proprio futuro attraverso l’uso sapiente della volontà, della propria capacità di visualizzare, del deliberato impegno nell’elevare la qualità dei propri contenuti psichici.
La modificazione dei desideri implica la modificazione dei propri contenuti mentali, di quelle forze e di quelle tendenze spesso inconsce, cui la mente non ha accesso, ma che si manifestano spesso attraverso la dimensione onirica.
E’ il pensiero profondo che possiede la maggiore potenza creatrice, positiva o negativa che sia. Il contatto con l’inconscio è la chiave per accedere ai comparti della psiche che strutturano la realtà. L’inconscio nutre i nostri sogni ad occhi chiusi e quelli ad occhi aperti, e ne è a sua volta nutrito.
Negli ultimi anni gli psicologi si sono sempre più interessati ai sogni lucidi, un tipo di sogno in cui il sognatore conserva piena coscienza dello stato di veglia ed è consapevole del fatto che sta sognando. Oltre al fattore della coscienza, a differenza dei sogni normali nei quali il sognatore è principalmente un partecipante passivo, in un sogno lucido il sognatore è spesso in grado di gestire il sogno in vari modi: può trasformare incubi in esperienze piacevoli, cambiarne l’ambientazione, appellarsi ad individui o situazioni particolari. I sogni lucidi sono anche molto più intensi e soffusi di vitalità dei sogni ordinari: tutto è vibrante e pieno di energia. Quanti studiano i sogni lucidi credono che questi possano condurre a nuovi metodi per stimolare la crescita personale, accrescere la fiducia in sé stessi, promuovere la salute mentale e fisica e facilitare una soluzione creativa dei problemi .
Quello che affrontiamo in questo testo è un viaggio all’interno della cultura antico indiana alla ricerca del più lucido fra tutti i sogni, del più luminoso e colorato, del più elevato, di quello la cui realizzazione porta con sé l’appagamento di qualsiasi altro desiderio. Questo è sognare Vaikuntha: più dell’Eldorado, più della Terra Promessa, perché è realizzabile da parte di ciascuno, in questa esistenza. E’ il sogno che sta racchiuso nel cuore di ogni individuo, uomo o donna, giovane o vecchio, sano o malato, ricco o povero, di qualsiasi credo politico o religioso, di qualsiasi etnia. E’ il più intimo dei sogni, eppure al tempo stesso il più universale, perché la sua realizzazione produce armonia con il creato e le creature, un pensiero ed un comportamento etici ed ecologici, del tutto, e naturalmente, rispettosi.
Come tutti i sogni più grandi, comporta impegno per la sua realizzazione, ma l’apparente fatica, con la pratica, si trasforma in gioia ed entusiasmo duraturi.
Vaikuntha non si può sognare ad occhi chiusi senza desiderarla ardentemente ad occhi aperti, e quando ardentemente la si desidera, essa si manifesta anche allorquando abbassiamo le palpebre e ritiriamo i sensi dagli oggetti del mondo fenomenico. Vaikuntha ci chiama, perché noi tutti la conosciamo, anche se non la ricordiamo più, anche se ce ne siamo così tanto allontanati. E’ la nostra naturale dimora, la nostra dimensione reale. Per questo, anche quando non ne siamo consapevoli, la sogniamo. Come accade ad un raggio di luce che si rifrange in un prisma, Vaikuntha, passando attraverso lo spettro della nostra coscienza condizionata, acquisisce forme molteplici, spesso lontanissime dalla sua essenza, talvolta persino dolorose.
La tradizione dei Veda, la scienza dello Yoga e della Bhakti sono le guide al raggiungimento delle vette luminose della supercoscienza, un dono che integra oggetto e soggetto, che armonizza ponendo gli elementi al loro giusto posto, perché solo alla luce dell’individuazione del sé possiamo comprendere la bellezza di questo universo fenomenico, il messaggio della natura, l’ordine di ogni cosa intorno a noi e di ciascuno di noi in tutte le cose.
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