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Marco Ferrini
Pensiero Azione Destino
Potere e uso del pensiero
Centro Studi Bhaktivedanta
Pag. 160 Formato: 13,5 x 21 cm. Anno: 2007 ISBN: 978-88-547-0001-7
€. 10.00 €. 9.50 (-5%)
Potere e Uso del Pensiero E’ possibile costruire il nostro destino, progettare il nostro domani? La forza del desiderio e del pensiero possono tanto. “L’uomo non è che desiderio; come desidera, così egli diventa”. Questo è quanto affermano le Upanishad e quanto sostiene tutta la scienza psicologica indovedica. Noi siamo la causa, remota o recente, delle nostre vite, della nostra appartenenza sociale, della nostra parentela, delle nostre relazioni. Noi siamo dove ci siamo collocati; non siamo in un certo modo e in un certo luogo casualmente bensì causalmente. Il nostro futuro si sta strutturando su di un piano sottile. Non si è ancora cristallizzato, manifestato, ed è per questo che qui, nel nostro attuale presente, siamo in grado di modificare le dinamiche che lo stanno forgiando, attraverso l’orientamento dell’energia del pensiero.
Estratto da "Pensiero Azione Destino"
Cerchiamo anzitutto di dare una definizione di pensiero, di capire di cosa si tratti. Un pensiero è un oggetto psichico, così come un’idea, un desiderio o un’emozione. Tramite complesse elaborazioni, che avvengono nell’encefalo, i loro effetti si possono manifestare sul piano corporeo con sudorazione, tremito, pallore, rossore, brividi e via dicendo, ma la loro genesi è sempre psichica. Se i pensieri sono oggetti, dove risiedono? Esiste un deposito nel quale sono collocati? Chi li produce e da dove vengono? Come la luce e il suono si trasmettono nell’etere, come gli odori vengono trasportati dall’aria, così i pensieri si manifestano e si propagano nella mente. Secondo la scienza psicologica dell’India classica anche la mente è un elemento costitutivo del cosmo, definito nei Veda con il termine Mahat o Buddhi, la Mente cosmica.
La mente individuale è parte minutissima della Mente cosmica ed è un importante strumento a disposizione del sé, una sorta di ricetrasmittente che riceve dati dai sensi e a sua volta li trasmette alle aree più profonde della psiche, individuale e collettiva. Il luogo fisico di ricezione coincide con i lobi temporali, situati nelle zone laterali dell’encefalo, sedi deputate al linguaggio e al pensiero astratto. I lobi temporali però non producono il pensiero, semplicemente lo veicolano. Il pensiero è una realtà pre-esistente rispetto agli strumenti neurologici; è come il suono, sempre presente nell’etere. Così come per captare il suono abbiamo necessità di una radio o comunque di un apparecchio adatto a recepire e a tradurre quel tipo di segnale acustico, allo stesso modo per recepire un pensiero già presente nell’etere della mente, abbiamo necessità di una strumentazione adeguata, che in questo caso è costituita dai lobi temporali.
Abbiamo detto che un pensiero è un oggetto psichico con una sua realtà e una fondamentale rilevanza nella formazione del carattere e della personalità; questi saranno infatti ben differenti a seconda che noi siamo portatori di pensieri di un certo tipo o di un altro. Pensare non è assolutamente qualcosa di astratto e ininfluente, poiché da ciò dipende la buona o la cattiva direzione della nostra vita. Ognuno è ciò che pensa; a tal proposito le Upanishad affermano: “così come pensi, diventi”. […]
[…] Il pensiero si suddivide inoltre in due fasi: la fase in corso, mentre viene pensato, che produce effetti in genere sotto controllo da parte di chi pensa - che è quindi in grado di modellarlo - e una seconda fase in cui il pensiero, una volta che è stato “ospite” o creatura del soggetto pensante, scivola nell’inconscio, dove lascia una traccia latente, una registrazione mentale inconscia detta samskara.
Cosa succede quando un oggetto psichico scivola nell’inconscio? Si aggrega a contenuti mentali di analoga caratteristica emotiva: paura con paura, rancore con rancore, complessi di colpa con complessi di colpa, altruismo con altruismo, gioia con gioia, e così via. Da quel momento in poi, il “pensiero pensato” diventa autonomo rispetto al soggetto pensante e può agire inaspettatamente anche contro la sua volontà. Nella fase in cui il pensiero viene pensato, si può ancora intervenire, lo si può plasmare; ma una volta scivolato nell’inconscio ciò non è più possibile, se non con tecniche speciali che diano accesso a quella parte blindata della psiche profonda.
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