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Spretnak Charlene
Le Dee Perdute dell'Antica Grecia
Una raccolta di miti pre-ellenici
Venexia editrice
Pag. 126 Formato: 14,5 x 22 cm. Anno: 2010 ISBN: 978-88-87944-81-5
€. 22.00 €. 20.90 (-5%)
L'autrice riesce in questo libro a rappresentare in maniera precisa le Dee dell'antica Europa così come sono state venerate per millenni, molto tempo prima delle deformazioni indoeuropee, imposte nel creare la mitologia olimpica. Le dee della Gracia pre-olimpica ritornano dal loro passato con i loro simboli, miti e tradizioni a raccontare una storia meravigliosamente diversa da quella insegnata sui banchi di scuola.
Tratto dall'Introduzione:
Il riemergere della spiritualità della Dea non è mai stato un semplice tentativo di ripristinare la religione della Dea dell’era neolitica, di cui abbiamo una conoscenza limitata. Piuttosto, il movimento contemporaneo è fondato sulle espressioni creative della continuità della presenza culturale della Dea, che esiste da almeno 25.000 anni. La Dea infatti può essere considerata come una potente metafora sia per l'immanenza del divino sia per la trascendenza, che costituisce la realtà più vasta, il sacro tutto. Con "divino" intendo la creatività nell'universo, ovvero il mistero assoluto, le dinamiche spontaneamente organizzate attraverso cui trilioni di microeventi si manifestano in ogni momento in tutto il cosmo, inclusi i nostri corpi. Il fascino immenso di questo orientamento spirituale non risiede nel suolo fertilizzato da cui ha preso nuova vita, bensì nel contenuto stesso di questa sua nuova forma: la rinascita contemporanea di arti rituali del corpo della terra e del corpo della persona, la partecipazione creativa ai campi gestaltici del mito e del simbolo, che sono sia antichi sia elementali, il riconoscimento della dignità femminile che include il rispetto del corpo, la preoccupazione attiva per la conoscenza e la giustizia nella comunità terrestre, e l'allettante sentiero di apertura e di trasformazione che impegna la durata di una vita intera. La spiritualità della Dea attiva modalità creative che traggono forza dalla profonda interrelazione di tutte le forme di vita, anziché essere assalti individualisti o collettivisti al contesto sociale. La grande avventura dell'aprirsi di una persona si connota piuttosto come un aspetto del dipanarsi della storia della comunità terrena e del cosmo. L'impegno con la Dea nei simboli, nei miti e nei rituali, come campi di relazione che sollecitano la partecipazione, incoraggia l'espressione dei doni unici di ciascuno, e al tempo stesso evoca un senso più ampio del proprio sé, di pienezza dell' essere. È un sentiero estetico verso la grazia. La narrazione di un mito è la creazione rituale di uno spazio sacro. Leggere un mito o ascoltarne la lettura in un contesto rituale attira la coscienza in un campo di relazione che colloca tutte le/i partecipanti, ovvero i testimoni attivi, la narratrice, e le protagoniste della storia sacra, in un profondo accordo con i processi di vita dell'universo che si dispiega.
Il mito è narrazione sacra evocata da una presenza totemica, da una manifestazione o da una entità portatrice convalidata delle energie cosmiche. Più una narrazione evolve in elaborazioni distanti dalla presenza totemica, più perde vitalità, e con il trascorrere del tempo può sbiadire in allegoria standardizzata. Nelle storie sacre della Dea abbondano gli ~. animali totemici come orsi, rapaci notturni, serpenti, cervi e ragni, ma evidentemente il fascino notevole dei miti della Dea nelle epoche e nelle culture più disparate deriva dal fatto che il corpo stesso della Dea è presenza totemica. A una donna educata in una cultura patriarcale viene detto che ha il tipo sbagliato di mente-corpo per poter essere presa sul serio e per poter condividere l'identità sessuale con Dio. La socializzazione patriarcale le insegna che il potere primordiale della femmina è qualcosa di vergognoso, di sporco e di assolutamente pericoloso se non viene represso. Immaginate, dunque, la rivoluzione ontologica che avviene all'interno di una donna che s'immerge in uno spazio sacro in cui le diverse manifestazioni della Dea fanno emergere il corpo della terra dal vuoto vorticante, donano fertilità al campo e al ventre, alleviano le doglie del parto, nutrono le arti, proteggono la casa, difendono i figli dalle forze del male, dispensano consigli alla comunità, partecipano alle danze estatiche e alle celebrazioni nei boschi sacri e coinvolgono i misteri dell’amore. Le possibilità femminili sono evocate con intensità gioiosa. E' la donna a creare il completamento inesauribile di ogni frammento mitico. Lei è nella Dea e appartiene alla Dea. Lei incarna il mito con il proprio essere totemico. Lei è la forma cosmica della crescita, della pienezza e della decrescita: vergine innocente, creatrice matura, anziana saggia. E lei non potrà mai più essere negata. Le sue radici sono troppo profonde, e sono ovunque.
Indice:
Prefazione all'edizione 1992 . Il ritorno della Dea . Introduzione . Riscoprire la mitologia pre-ellenica . Implicazioni per la religione e la cultura patriarcali . Problemi con l'utilizzo junghiano della mitologia greca della Dea . La mitologia come sentiero di ricerca spirituale .
Gaia . Il Mito di Gaia .
Pandora . Il Mito di Pandora .
Temis . Il Mito di Temis .
Mrodite . Il Mito di Mrodite .
Triade della Luna: Artemide, Selene, Ecate ...
Il Mito della Triade della Luna: Artemide, Selene, Ecate .
Era . Il Mito di Era .
Atena . Il Mito di Atena .
Demetra e Persefone . Il Mito di Demetra e di Persefone .
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