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Satprem
L'agenda di Mère 1951-1960
volume 1
Mediterranee
Pag. 588 Formato: 17 x 24 cm. Anno: 1987 ISBN: 978-88-272-0885-4
€. 34.00 €. 32.30 (-5%)
Dopo la scomparsa di Sri Aurobindo (1950) e fino al 1957, disponiamo soltanto di poche note e frammenti, oppure di qualche citazione sparsa annotata a memoria. Sono i soli punti di riferimento per tutto questo periodo di tempo, assieme alle “Conversazioni” che Mère teneva al Campo sportivo dell’Ashram. Abbiamo riportato qui alcuni di quegli Entretiens, nella misura in cui rivelano le tappe dell’Azione Sopramentale.
A cominciare dal 1957, Mère ci faceva venire due volte alla settimana nell’ufficio di Pavitra, il più anziano discepolo francese, al primo piano dell’edificio centrale dell’Ashram, col pretesto di qualche lavoro, e lì stava ad ascoltare le domande che le facevamo, ci parlava a lungo dello yoga, dell’occultismo, delle esperienze che aveva avuto in Francia o in Algeria e di quelle che andava vivendo. A poco a poco, Mère andava sgombrando il cervello di quell’occidentale materialista e ribelle che eravamo e ci faceva capire la legge dei mondi, il gioco delle forze, il meccanismo delle vite anteriori – anzi insisteva soprattutto su quest’ultimo punto, che aveva una notevole importanza nelle difficoltà in cui ci dibattevamo a quel tempo e che ci mettevano periodicamente in fuga.
Mère stava seduta in un seggiolone dall’aria vagamente medioevale con un alto schienale intagliato, i piedi poggiati su uno sgabelletto, mentre noi ci accocolavamo per terra, su quel tappeto un po’ scolorito, conquistati e sedotti, ribelli e mai soddisfatti, ma comunque sempre tutt’occhi e tutt’orecchi. Un’infinità di tesori sono andato perduti, mai annotati, fino a quando, con stratagemmi degni di un pellerossa, siamo riusciti a farle accettare la presenza di un magnetofono. Ma anche dopo, e per lungo tempo, Mère aveva cura di far togliere o cancellare dalle nostre note tutto quello che la riguardava troppo da vicino. A volte, le abbiamo disubbidito.
E alla fine l’abbiamo convinta che sarebbe stato interessante conservare una cronaca del camino percorso. E’ stato dunque solo dal 1958 che abbiamo cominciato a registrare le prime conversazioni con lei su nastri magnetici: l’Agenda di Mère propiamente detta comincia perciò da quell’anno.
Ma anche dopo di allora una quantità di conversazioni sono andate perdute, o sono state solo in parte annotate. Oppure credevamo ancora che le nostre parole non dovessero figurare in quegli appunti, dai quali perciò omettevamo tutte le nostre domande: il che era evidentemente assurdo. Nessuno sapeva ancora – non lo sapeva Mère né lo sapevamo noi – che si trattava dell’ “Agenda” e che stavamo andando alla scoperta del “Grande Passaggio”. Solo a poco a poco abbiamo cominciato a renderci conto del vero carattere di quegli incontri. Per di più, eravamo continuamente “in giro”, ragion per cui ci sono notevoli buchi. In realtà, per sette anni Mère non avrebbe fatto che preparare con pazienza lo strumento ricettore in grado di passare attraverso un’avventura simile senza fracassarsi strada facendo.
A cominciare dal 1960 l’Agenda assumerà il suo aspetto definitivo e proseguirà per tredici anni, fino al maggio 1973, formando tredici volumi (circa 6000 pagine complessivamente).
Il luogo dove avvenivano i colloqui cambierà nel marzo del 1962, al momento della grande svolta nello yoga di Mère, allorché lei si ritirerà definitivamente nella sua stanza al piano di sopra, come già era avvenuto per Sri Aurobindo nel 1962. I colloqui avverranno allora in quella grande stanza, dal pavimento coperto da una moquette di lana dorata, che era come il casserotto di una nave emergente dalle fronde del flamboyant, l’albero corallo pieno di fiori giallo e di gridi di corvi. Mère stava seduta in una poltrona di legno rosa, col viso rivolto verso la tomba di Sri Aurobindo, come per logorare le distanze che separano quel mondo dal nostro. La sua voce si era fatta simile a quella di una bambina, ed era spesso inframmezzata da risa. Rideva sempre, lei. E poi quei lunghi silenzi. Fino al giorno in cui i discepoli ci hanno chiuso per sempre la porta della sua stanza. Era il 19 maggio 1973, Non riuscivamo a crederci. Era rimasta sola, come di colpo eravamo rimasti soli noi.
Avremmo dovuto scoprire lentamente e dolorosamente il perché di quel forzato distacco da lei. Le gelosie della vecchia specie ci sfuggivano completamente, così come non capivamo ancora che quei “discepoli” erano diventati i “proprietari” di Mère – come del resto dell’ashram, di Auroville, di Sri Aurobindo, di tutto -, ben decisi a far inghiottire il nuovo mondo da una nuova Chiesa. Ma a quel punto ci facevano anche scoprire come mai un bel giorno Mère ci avesse tirato fuori dalla nostra foresta e avesse scelto per confidente un irriducibile ribelle. SATPREM
Agenda di Mère volume I° anno 1951-1950 pag. 34
Vieni verso il futuro ! 1893, a 15 anni Mère
In ogni cosa, in ogni atomo c’è la Presenza Divina. La missione dell’uomo è di manifestarla. 1910 Mère
L’ostacolo è tutt’uno con la ragione stessa dell’opera da compiere: e proprio a causa dell’attuale stato d’imperfezione della materia fisica. Quindi, quale che sia il possibile grado di perfezione, di coscienza, di conoscenza del nostro essere profondo, il solo fatto che esso s’incarni in un corpo fisico frappone ostacoli alla purezza della sia manifestazione; e d’altra parte il suo incarnarsi ha per scopo la vittoria su questi medesimi ostacoli, ha per scopo la trasformazione della materia. 21 maggio 1912 Mère
Le condizioni in cui vivono gli uomini sulla terra sono il risultato del loro stato di coscienza. Voler cambiare tali condizioni senza cambiare la propria coscienza è una vana chimera. Mère
Nella biografia di Satprem alla fine si parla dei CARNET pubblicati in lingua francese. Fino ad oggi i libri pubblicati sono 6 cioè anche gli anni 1985 e 1986. Inoltre bisogna notare la data della dipartita e cioè 9 aprile 1987.
Agenda di Mère vol. I° anno 1951-1960 Pagina 118 119 Senza data, 1957
Quando c’è da prendere una decisone grave, come si fa a sapere da che parte sta il proprio vero destino?
Non esiste un destino solo, ma diversi destini. Ciascuno ha il diritto di congiungersi con al sua Origine suprema, quale che sia il posto che occupa nell’ordine del mondo. E’ questo il dono che il Divino ha fatto alla materia, ed è questo il vostro vero destino. E’ un dono speciale fatto alla terra, che non esiste negli altri mondi. Al tempo stesso, ciascuno ha un ruolo particolare nella manifestazione, fissatogli dal Supremo, ma che può situarsi a livelli diversi a seconda del grado di evoluzione di “quella cosa” che sta in voi. Se quella cosa in voi è ancora molto giovane, la vostra realizzazione potrà essere assoluta e potrete effettivamente congiungervi al Supremo, ma il campo della realizzazione nel mondo sarà limitato, molto piccolo. Nonostante la vostra piccolezza, potrete aver un contatto diretto col Supremo sul piano verticale; ma su un piano orizzontale l’ampiezza della vostra realizzazione sarà infinitesimale. Possiamo prendere come esempio Maheshwari, la Madre che tutto-può-e-tutto-comprende. Tale aspetto della Madre potrà apparire sotto forme diverse a seconda del grado di evoluzione di “quella cosa” in voi: potrà farvi essere semplicemente un piccolo capogruppo, oppure una regina, un’imperatrice. La cosa sarà presente nel capogruppo come nell’imperatrice, ma il campo di realizzazione sarà evidentemente diverso.
E così, sulla stessa linea verticale che vi conduce alla vostra Origine divina, potrete avere diversi destini esteriori a seconda del vostro grado si sviluppo. Lo yoga cerca di bruciare le tappe; ma non sempre è possibile. Esistono in ogni essere combinazioni psicologiche che possono trovare soluzione solo attraverso l’esperienza. Un’esperienza che può avvenire nell’arco di alcune vite, oppure in anni, in mesi, in pochi minuti.
Visto nella coscienza suprema, lo svolgersi di tutti i destini e di tutte le possibilità di destino è qualcosa di estremamente interessante. Ci sono esseri che vengono accusati di megalomania perché fanno progetti di vasta portata, grandi piani che non collimano sempre con le possibilità attuali del mondo. Il più delle volte si tratta di una semplice mancanza di giudizio da parte loro, di una conoscenza difettosa. Perché possono sì essere entrati in comunicazione con una verità superiore, con qualcosa che corrisponde magari a una fase futura del loro destino (ed ecco come mai ne sono talmente convinti); ma per mancanza di giudizio non si accorgono che il momento di tale verità non è ancora arrivato, che le circostanze non sono ancora mature, oppure che le condizioni nelle quali sono nati impediscono loro di compiere quanto sentono vero. Esiste cioè uno scarto tra la visone della verità e le possibilità effettive di realizzarla. Ma non bisogna soffocare quei grandi sogni, perché equivarrebbe a soffocare qualcosa del vostro stesso avvenire. Bisogna soprattutto rifiutare, respingere energicamente quell’aberrante moralità del «tanto non cambierà mai niente», quel buonsenso piatto e volgare alla Sancio Panza. Bisogna semplicemente saper aspettare e nutrire a lungo i propri sogni.
Per concludere, potremmo dire che nell’universo non esistono – non possono esistere – due destini identici. Per ogni essere si compie inevitabilmente il destino che gli è proprio; e quanto più un essere è prossimo al Divino, tanto più il suo destino riveste qualità divine.
Agenda 1° VOLUME ANNO 1951 1960 Le parole della Madre in una conversazione del 25 Novembre 1959
“C’è una differenza fra l’immortalità e lo stato senza morte. Sri Aurobindo lo ha descritto molto bene in Savitri. Lo stato senza morte è quanto si può prevedere per il corpo fisico umano nel futuro: un continuo rinascere. Invece di ricadere indietro, di disgregarsi per mancanza di elasticità e per incapacità di adeguarsi al movimento universale, il corpo si disfa “in avanti”, se così posso dire.
C’è però un elemento che resta fisso: ogni specie di atomi differisce quanto a organizzazione interna dei suoi elementi, ed è questo che fa la differenza di sostanza materiale; e così, forse, in ogni individuo le cellule del corpo sono organizzate in modo diverso, particolare a lui solo, ed è questo modo particolare a persistere attraverso i mutamenti esterni, mentre tutto il resto si disfa e si ricompone. Si disfa però in uno slancio in avanti, invece di ricadere all’indietro nella morte, e si ricompone in un’aspirazione continua, per seguire il movimento progressivo della Verità divina.
Ma per arrivarci bisogna intanto che il corpo – la coscienza del corpo – impari ad allargarsi. E’ indispensabile, altrimenti la pressione della luce sopramentale riduce tutte le cellule a una sorta di poltiglia bollente. Di solito invece succede che il corpo, giunto al massimo d’intensità nell’aspirazione o nell’estasi dell’Amore, non riesce a reggere. Si appiattisce, si immobilizza. E ricade. Le cose si stabiliscono – una nuova vibrazione viene a arricchirti, e tutto riprende il suo corso. Allora bisogna allargarsi, per imparare a reggere senza cedimenti le intensità della forza sopramentale, per andare sempre avanti, seguendo sempre il movimento ascendente della Verità divina senza ricadere indietro nella decrepitezza del corpo.
E’ proprio quello che Sri Aurobindo vuol dire quando parla di ESTASI INTOLLERABILE . Non che sia intollerabile: è un’estasi senza cedimenti.” La Madre
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Scheda dell'autore: Satprem
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informazioni sull'Autore: Satprem
Satprem, marinaio e bretone, anche se nato a Parigi nel 1923. Partecipa alla Resistenza e viene arrestato dalla Gestapo all'età di vent'anni, trascorre un anno e mezzo in campo di concentramento. Ne esce devastato, per ritrovarsi nell'Alto Egitto, poi in India, al governatorato di Pondichéry. Qui incontra Sri Aurobindo e Mère. Rimane sconvolto dal loro messaggio: "L'uomo è un essere di transizione", si dimette dall'amministrazione coloniale e parte all'avventura, passa un anno in Guyana nella foresta vergine, quindi in Brasile, in Africa... Nel 1953, all'età di trent'anni, torna definitivamente in India, presso Colei che cercava il segreto del passaggio alla "prossima specie", Mère, di cui diverrà il confidente e il testimone per quasi vent'anni. Dedica un primo saggio a Sri Aurobindo (Sri Aurobindo e l'Avventura della coscienza, tr. it. Edizioni Mediterranee, Roma 1991). A partire dal 1974 scrive una trilogia s Mère: 1. Il Materialismo divino, 2. La nuova specie, 3. La Mutazione della morte (tr. it. Ubaldini editore, Roma) - raccoglie e pubblica il favoloso documento del cammino di Mère, l'Agenda, in 13 volumi (tr. it. a cura dell'Istituto di Ricerche Evolutive, Edizioni Mediterranee, Roma), poi scrive il saggio La Mente delle cellule - tr. it. Edizioni Mediterranee, Roma 1998) Con la compagna Sujata si ritira definitivamente per buttarsi nell'ultima avventura: la ricerca del "grande passaggio" evolutivo verso ciò che seguirà all'Uomo. Nel 1989, dopo sette anni intensi trascorsi a "scavare nel corpo", Satprem scrive un breve racconto autobiografico in cui fa il punto sulla situazione umana, La rivolta della Terra (tr. it. Ed. Mediterranee, Roma ) Nel 1992 scrive Evoluzione 2: dopo l'Uomo, chi? Ma soprattutto; dopo l'Uomo, come? Nel 1994 escono i due volumi delle Lettere di un Insubordinato, una testimonianza di un percorso di quarant'anni - vero e proprio viaggio attraverso l'umanità. I libri più recenti di Satprem, non ancora tradotti in italiano, vanno da La Tragedia della Terra - da Sofocle a Sri Aurobindo, che descrive l'intera curva dell'umanità a partire dai Veggenti vedici e dalle domande di Sofocle, all'alba della nostra era barbarica, fino a Sri Aurobindo, che ci dà la chiave del nostro potere trasformatore nella materia. A partire dal 1998 Satprem ha scritto La Clef des Contes, Néanderthal regarde (1999), La Légende de l'Avenir (2000), Mémoires d'un Patagonien. L'Institut de Recherches Evolutives cura, a partire dal 1999 gli straordinari Diari compilati a partire dal 1973 (l'anno della dipartita di Mère), Carnets d'une Apocalypse, di cui sono usciti finora quattro volumi (1973-78, 1978-82, 1982-83, 1984). Visita anche Aurobindo e Mère
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