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William Gaddis
L' Agonia dell'Agape
Tradotto da Fabio Zucchella
Alet
Pag. 138 Formato: 14 x 21 cm. Anno: 2011 ISBN: 9978-88-7520-208-8
€. 15.00 €. 14.25 (-5%)
In una lettera del 1962, Gaddis scriveva a un amico che la sua “ossessione per la nostra società sempre più controllata e la crescente meccanizzazione delle arti” avrebbe potuto sfociare in una nuova opera: avrebbe potuto costituire “un passo in avanti, un nuovo impegno, anche una fuga dalla routine”.
È L’agonia dell’agape, un’impresa che accompagnerà lo scrittore per tutta la vita e che verrà data alle stampe solo dopo la sua morte, per volontà dello stesso Gaddis.
La storia è quella di uno scrittore ormai anziano, alter ego di Gaddis stesso, che giace in un letto d’ospedale circondato dagli appunti di una vita, e tormentato dal bisogno di “spiegare tutto… riordinare e sistemare prima che tutto crolli”. Il nemico è l’entropia che divora il suo corpo in disfacimento e che al contempo “sta portando al collasso di tutto, dei significati, del linguaggio, dei valori, dell’arte”.
Nel caos che domina la nostra epoca la tecnologia ha trasformato l’arte in passivo intrattenimento: quando, come, perché siamo arrivati a questo?
Che cosa abbiamo perduto?
Dov'è finita “l'accanita autenticità” che informava il rapporto tra lo scrittore e il lettore?
È così che il protagonista, con una prosa incalzante e ritmica alla Thomas Bernhard, si lancia in un travolgente, disperato monologo, “una flebile voce che tenta di salvare tutto” che condensa i temi presenti in tutte le opere di Gaddis: il denaro, l’artista come falsario, e soprattutto quello che considera “il cuore di tutto”, la sua idea di agape: lo spirito del valore partecipativo e comunitario, condizione necessaria all’atto creativo che può avvenire solo tra spiriti “affini”.
Perché è questa una delle verità che ci consegna questa “piccola fiamma dura come una gemma”: come dice un personaggio di JR che cerca di spiegare agli altri che cos’è l’agape, "i migliori di noi fanno tesoro degli amici".
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Scheda dell'autore: William Gaddis
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informazioni sull'Autore: William Gaddis
William Gaddis, scrittore statunitense. Figlio di William Thomas Gaddis, che lavorava "a Wall Street e in politica", e di Edith Gaddis, dirigente della New York Steam Corporation, il piccolo William andò a vivere con la madre l'indomani del divorzio dei suoi genitori, avvenuto quando egli aveva tre anni. Il bimbo e la donna si trasferirono a Massapequa, Long Island. A cinque anni viene iscritto alla Merricourt Boarding School a Berlin, nel Connecticut. Continua a studiare nella scuola privata fino a tredici anni, in seguito torna a Long Island per conseguire il diploma alla Farmingdale High School nel 1941. L'iscrizione ad Harvard data allo stesso anno. In quel periodo comincia a collaborare con la rivista satirica Harvard Lampoon, della quale fra l'altro diverrà direttore, ma gli viene imposto di lasciare il college nel 1944, probabilmente a causa di una rissa in stato di ubriachezza. Lavora come fact checker (verificatore dell'attendibilità delle notizie) per il The New Yorker per due anni, quindi trascorre cinque anni in viaggio fra America centrale, Caraibi, Nord Africa e Francia, ritornando negli Stati Uniti solo nel 1951. La sua opera prima è un romanzo sperimentale, intitolato Le perizie (The recognitions, 1955). Provocatorio atto di denuncia che punta l'indice contro le manipolazioni del reale. I suoi personaggi sono quasi tutti impostori o utopisti, il tema della falsificazione è un sotterraneo controcanto che accompagna tutta la sua opera. JR, che viene ricordato come il suo exploit più riuscito, è del 1976. "Potente e complessa narrazione polifonica" vede al centro della vicenda narrata un giovane, il cui soprannome dà il titolo al romanzo, fare fortuna economica usando posta e telefono. In Gaddis, la perdita di senso che è propria del sistema capitalistico avanzato si accompagna sempre a una destrutturazione del linguaggio. Nel 1985 esce Gotico americano, ancora una volta incentrato sul potere che deriva dal denaro. In vita, l'autore non è stato particolarmente fortunato a livello di successo, ma negli ultimi tempi è oggetto di una vera e propria rivalutazione critica.
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