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Raymond Aron
L’oppio degli intellettuali
Lindau
Pag. 432 Formato: 14 x 21 cm. Anno: 2008 ISBN: 978-88-7180-742-3
€. 24.00 €. 22.80 (-5%)
Classico del pensiero liberale contemporaneo, a cavallo tra il pamphlet e il saggio di sociologia culturale, questo libro rappresenta forse la più penetrante critica agli intellettuali occidentali di sinistra che sia mai stata scritta. Raymond Aron da un lato ricostruisce gli argomenti di cui una certa intellighenzia si è nutrita nella sua polemica contro la «democrazia capitalista » e ne mostra tutti i punti deboli; dall’altro analizza le cause di questo atteggiamento mediante un esame delle diverse figure di intellettuale e delle funzioni sociali da esse soddisfatte, offrendo una spiegazione delle ragioni che spingono uomini intelligenti ad adottare idee stupide. Nelle prime due parti del libro, l’Autore prende di petto soprattutto i «miti» politici (sinistra, rivoluzione, proletariato) e quella forma di idolatria della storia attraverso cui i maîtres à penser «progressisti» (Jean-Paul Sartre, Albert Camus, Maurice Merleau-Ponty…) hanno giustificato il totalitarismo sovietico e i suoi crimini. L’ultima parte è dedicata a una riflessione, sempre di grande attualità, sul ruolo degli intellettuali e sul rapporto tra questi e la politica.
RAYMOND ARON (1905-1983) è stato uno dei maggiori sociologi e politologi del XX secolo. Durante l’occupazione nazista della Francia fu direttore di «La France Libre»; successivamente collaborò a riviste e quotidiani, svolgendo una prestigiosa attività di commentatore politico. Docente alla Sorbona, nel secondo dopoguerra è stato uno dei punti di riferimento del pensiero neoliberale. Tra le numerose opere edite in italiano ricordiamo: Saggio sulla destra. Il conservatorismo nelle società industriali (2006), Introduzione alla filosofia politica. Democrazia e rivoluzione (2005), Il Ventesimo secolo. Guerre e società industriale (2003).
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Scheda dell'autore: Raymond Aron
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informazioni sull'Autore: Raymond Aron
Il tragitto di Raymond Aron fu il percorso lineare di un intellettuale attaccato alla tradizione. Nel 1924, entra alla "Scuola Normale" della rue d’ Ulm con la volontà di brillarvi per vendicare le sconfitte universitarie del padre. Ha in particolare come condiscepoli Jean-Paul Sartre e Paul Nizan. Arriva primo al corso di filosofia del 1928 (Sartre sarà respinto ma sarà primo l’anno successivo). Lettore all'università di Colonia (1930), quindi pensionante all’ Accademia di Berlino (1931 -1933), assisterà in diretta all'ascesa del nazismo. Di ritorno in Francia, sostiene nel 1938 la sua tesi di dottorato, Introduzione alla filosofia della storia. Dal 1940 al 1944, Raymond Aron è redattore capo del giornale La France libre, a Londra. Dopo la guerra, non cessa di svolgere parallelamente una carriera di influente editorialista liberale e conservatore ed una, strepitosa, di accademico. È successivamente editorialista a Combat (1946) quindi a Le Figaro, dal 1947 a 1976. Nel 1977, lascia il quotidiano per il settimanale L'Express a cui collaborerà fino alla morte.
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