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Euripide
Ippolito
A cura di Davide Susanetti - Testo originale a fronte
Feltrinelli
Pag. 192 Formato: 13 x 20 cm. Anno: 2014 ISBN: 978-88-07-90161-4
€. 8.50 €. 8.07 (-5%)
Ippolito è il figlio di Teseo e della sua prima moglie, l'Amazzone.
Vive alla corte del padre a Trezene assieme alla seconda moglie di lui, Fedra, la figlia di Minosse. Ippolito è un adolescente casto e devoto alla sola Artemide: passa il suo tempo a cacciare, disdegnando Afrodite.
La divinità dell'amore per vendetta fa allora innamorare perdutamente di lui la matrigna, che confessa al Coro e alla nutrice la sua deprecabile passione.
La nutrice crede di poter risolvere il problema rivelando al giovane la cosa, e così fa dopo averlo costretto a giurare che non ne farà mai parola con Teseo. Il giovane, terrorizzato e inorridito di fronte all'amore della matrigna, la respinge violentemente.
La donna disperata non vede altra soluzione al dolore e alla vergogna della propria morte e si impicca. Ma non senza essersi prima vendicata di Ippolito, lasciando al marito una lettera in cui accusa il figliastro di averla oltraggiata.
Il padre crede alla calunnia, maledice il figlio fedele al silenzio promesso, lo scaccia di casa e invoca Nettuno perché lo vendichi dell'affronto subito. Il dio del mare farà travolgere Ippolito dal suo stesso carro terrorizzandone i cavalli con un mostruoso toro sorto dalle onde.
Compare infine sulla scena Artemide a svelare la realtà e ad accusare Afrodite di tutte le colpe. Ippolito morente spira tra le braccia del padre, riconciliato con lui.
Questa tragedia, rappresentata nel 428 a.C., è centrata sulla figura di Fedra, la donna innamorata di un impossibile oggetto del desiderio, e per la sua capacità di renderne la psicologia rappresenta senza dubbio uno dei capolavori di Euripide e in generale della storia del teatro, e non a caso ebbe molte riprese fra cui la Fedra di Seneca e quella di Racine.
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Scheda dell'autore: Euripide
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informazioni sull'Autore: Euripide
Euripide (Salamina, 485 a.C. – Pella, 406 a.C.) è stato un drammaturgo greco antico. È considerato, insieme ad Eschilo e Sofocle, uno dei maggiori poeti tragici greci. Nacque a Salamina intorno al 485 a.C., ma, secondo la tradizione, si fa risalire il suo giorno di nascita al giorno della famosa battaglia di Salamina per creare una linea di continuità tra i tre maggiori tragediografi greci (Eschilo fu combattente a Salamina, mentre Sofocle diresse il peana per la vittoria). Nacque da una famiglia ateniese rifugiata sull'isola per sfuggire ai Persiani e il suo nome verrebbe dall'Euripe, il canale dove si svolse la battaglia. Aristofane, comunque, suggerisce a più riprese nelle sue commedie la bassa estrazione sociale del poeta, confermata da Teofrasto: tuttavia, la sua cultura dimostra una educazione raffinata, acquisita dallo studio presso sofisti come Protagora, che non sarebbe stata possibile senza una condizione sociale agiata, come dimostrato anche dal fatto che avrebbe messo insieme una ricca biblioteca, una delle prime di cui si faccia menzione. Contemporaneo di Socrate, ne divenne amico. Euripide si propose pubblicamente come tragediografo a partire dal 455 a.C.: la sua prima opera, Le Peliadi, ottenne il terzo premio. Divenne presto popolare, pur avendo ottenuto solo cinque vittorie, di cui una postuma: infatti Plutarco racconta, nella Vita di Nicia, come nel 413 a.C., dopo il disastro navale di Siracusa, i prigionieri ateniesi in grado di recitare una tirata di Euripide venissero rilasciati. Verso il 408 a.C., sfiduciato dagli insuccessi, Euripide si ritirava a Magnesia, poi in Macedonia, alla corte di Archelao, dove sarebbe morto, si dice, sbranato dai cani (ma la notizia è quantomeno dubbia) o ucciso da alcune donne mentre, di notte, si stava recando dall'amante di Archelao, Cratero. Solo dopo la sua morte gli ateniesi gli dedicarono nel 330 a.C. una statua di bronzo nel teatro di Dioniso.
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