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Stefania Porrino
Il Romanzo del Sentire
Da Atlantide e Noi
Bastogi Editrice
Pag. 358 Formato: 14,5 x 21 cm. Anno: 20112 ISBN: 978-88-8185-603-4
€. 20.00 €. 19.00 (-5%)
A Pirandello capitò di trovarsi davanti Sei Personaggi che gli chiedevano di essere “messi in scena”; Stefania Porrino, autrice de Il romanzo del sentire, se ne è trovati di fronte una settantina che premevano per essere “messi in stato di consapevolezza”. E mentre in Pirandello i Personaggi si raffrontano in una dialettica filosofica esistenziale alla ricerca di una verità cangiante che si frantuma tra le loro mani, qui i Personaggi del romanzo della Porrino si presentano come coscienze in progress, la cui verità emerge dall’accumulo di innumerevoli stati di Sentire che - inizialmente fertilizzati nel terreno della Storia e della Cultura della nostra civiltà - germinano per sbocciare in un più ampio universo conoscitivo. Ciò si realizza, come viene evidenziato nella presentazione del libro, “nel concatenarsi in una successione di verità-punti di passaggio, di stadi successivi e graduali di consapevolezza che dall’egocentrismo più esasperato giungono ad una meta avanzata – seppure non definitiva – di apertura, amore, comprensione verso l’altro da sé ”. Tanti Storie, tanti Personaggi – troppi: non era davvero possibile metterli tutti in scena e, per non far torto a nessuno, l’Autrice ha deciso di accoglierli tutti quanti in un romanzo.
Questo libero accostamento tra narrativa e teatro non avrebbe ragione d’essere se non tenessimo conto delle precedenti esperienze di scrittura teatrale da cui la Porrino ha saputo trarre strumenti utili per la sua prima, ambiziosa prova di narratrice. Ciò non significa che il taglio del suo romanzo abbia un carattere prettamente teatrale, al contrario: Il Romanzo del Sentire appartiene in modo inequivocabile al genere narrativo, sia per quanto riguarda la struttura dell’opera, troppo ampia per poter essere contenuta entro la dimensione di un testo teatrale, che per la particolarità e complessità del linguaggio che fuoriesce dai canoni drammaturgici. Ma è piuttosto la capacità descrittiva dei caratteri umani, che si rivelano attraverso la tipica conflittualità del personaggio teatrale, e soprattutto l’uso ricorrente del dialogo che ci inducono a riconoscere la formazione di scrittura riconducibile alla passata esperienza teatrale dell’autrice.
Ed è nel momento in cui ci fa visualizzare il movimento di un corpo, o ci rende vivo il tono di una espressione verbale, che il romanzo sa trasmettere quell’esperienza visiva che si prova nell’assistere ad una rappresentazione teatrale. Soprattutto nel dialogo il romanzo esprime la sua vera forza comunicativa: i personaggi mettono spesso a confronto le loro diverse esperienze, le tappe della propria esistenza e attraverso il diretto scambio verbale rivelano a se stessi e agli altri le loro prese di coscienza.
Esemplare sotto questo aspetto il dialogo tra il filosofo Campanella e monna Silvana nel capitolo L’amore domestico e la scienza di Dio. Una vera e propria scena teatrale pronta per essere trasposta sul palcoscenico. Nell’incontro tra i due personaggi che assurgono a stati di coscienza, tra citazioni tratte da pagine scritte da sapienti, ricordi e confessioni, si contrappongono due diversi modi di concepire l’esistenza, due opposte esperienze di vita unite però dalla comune ansia di raggiungimento di una più ampia consapevolezza di sé e del proprio ruolo nel mondo.
Al termine dell’incontro tra i due, quando i Personaggi escono di scena, la linea narrativa dell’Autrice s’incurva, si avvolge in una sorta di spirale, per farli riapparire non già dileguati nel buio delle quinte (o dell’oblio) ma illuminati ancora dai riflettori - riflettori dell’esistenza - seppure sotto altre spoglie, dentro un’altra storia, un altro dramma. Un tratto di strada è compiuto, ma il viaggio continua. E’ altresì il monologo interiore, altro strumento espressivo col quale in teatro il Personaggio rivela al pubblico la sua interiorità e il suo pensiero profondo, che l’Autrice usa per rendere non descrittiva ma viva, umanamente immediata, la presenza di individui che con sofferenza riescono ad uscire dalla loro dimensione di spettatori inermi per trasformarsi in attori della propria vita. Non monologo a sé stante ma fluidamente incastonato nel tessuto narrativo, che non rischia di soffocarlo. In questa ottica possiamo leggere in particolare alcuni capitoli del romanzo, come ad esempio I fantasmi della mente, con il monologo di Viola che, in un momento estremo di pericolo tra la vita e la morte, riesce a liberarsi da quei condizionamenti che le facevano respingere il contatto con gli altri; o il monologo del mercante di lana del XV secolo che, in Un contratto con Dio, vuole usare il denaro per comprarsi il Paradiso; e quello più frammentato di Zeno, nell’ultimo capitolo Il sentire di Zeno, che per pochi attimi riesce a percepire in se stesso “ e vive in sé, come la sua stessa vita, le tante e tante esistenze ormai trascorse nell’apparente scorrere del tempo ma costituenti tutte insieme, e insieme trascese in lui, l’attuale realtà del suo essere”.
Eppure, dopo la lettura del Romanzo alla luce di questa prima e non esaustiva analisi, che tenta di evidenziare solo un particolare aspetto, non si può tacere la complessità e la padronanza di tante altre tecniche di scrittura con cui l’autrice ha organizzato la sua prima opera e che potrebbero essere oggetto di future analisi strutturali. In questo senso ci lasciamo sedurre da quanto scritto nella prefazione di Lorenzo Ostuni: “Un’opera per più versi ammaliante, che confina a nord con la fiaba e a sud con l’epica, a est con la mistica e a ovest con la medianità.” Rigoroso e fluido allo stesso tempo, questo romanzo ci offre una serie di individui-anime che inizialmente si snoda lungo il cammino della Storia ma che poi procede al di là dei confini dello spazio e del tempo. Una folla di presenze umane che svolge il suo compito di esperienza in continua evoluzione. Dalle antiche civiltà, e via via attraverso il Medioevo, il Rinascimento e le epoche più moderne fino ai giorni d’oggi, l’Autrice ci mostra, in un avanzare inarrestabile, il dipanarsi di quelle tante vite mosse da una energia spirituale che le spinge ad approdare in una dimensione più ampia, che travalica la singola esperienza, e in cui si prospetta la realizzazione di modi esperienziali prima imprevedibili.
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