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James Stephens
I Semidei
Adelphi
Pag. 215 Formato: 14 x 22 cm. Anno: 1995 ISBN: 978-88-459-0611-4
€. 10.33 €. 9.81 (-5%)
Questo romanzo ha inizio «poco lontano dal luogo dove gli angeli si posarono per la prima volta sulla terra». Era una collina deserta, senza movimenti, se non talvolta quello di uno «scarabeo che passava lento come una pallottola esausta». E lì si incontrarono tre angeli, belli e maestosi, con due esseri sperduti e poco raccomandabili dell’Irlanda, Patsy Mac Cann e sua figlia Mary, circondata da «ciarpame e carabattole». Presto li troveremo che vagabondano insieme, e il loro vagare attira le avventure che compongono I semidei. Forse nessuno scrittore del nostro secolo ha avuto in dono una naturalezza paragonabile a quella di James Stephens nel trattare il prodigioso.
Stephens sembra raccontare sempre una piccola cronaca di tutti i giorni: e poi il lettore si accorge che si trova in mezzo a creature variamente sovrannaturali, sospeso fra cieli e inferni, provvisoriamente calcando il suolo della terra, «bella come il suono di acque scroscianti». Ma tutto questo ci appare, nella sua stranezza, del tutto familiare. Così gli angeli, dopo aver riposto in un fagotto le loro ali e le loro vesti sontuose, per non dar troppo nell’occhio, entrano subito nelle vene della realtà terrestre, finché quella realtà tornerà a essere «più esasperante e incomprensibile di qualsiasi prodigio». Un lieve soffio di comicità percorre ogni anfratto di questo libro, si mescola ai numerosi apologhi, alle avventure intrecciate dei protagonisti.
Ma non è una comicità irridente. C’è in essa qualcosa di affettuoso e saggio, come volesse soprattutto avvertirci che tutto quello che accade qui da noi non è che l’ultima variante di una vecchissima vicenda cosmica di amore, odio, disprezzo, bramosia, avarizia, tenerezza e inganno. Ancor più delle storie, che tendono a essere sempre le stesse, conta l’arte del raccontarle. Accade così a Stephens di venire a somigliare a un certo vecchio del Connaught di cui qui si parla: «imbastiva una storia con niente, e tu stavi lì ad ascoltarlo a bocca aperta con la paura che tra poco sarebbe finita, e magari era soltanto la storia di una gallina bianca che aveva fatto un uovo scuro! Ti raccontava una cosa che sapevi da tutta la vita, e tu credevi che fosse nuova di zecca. Nel cervello di quest’uomo non c’era vecchiaia: è questo il segreto».
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Scheda dell'autore: James Stephens
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informazioni sull'Autore: James Stephens
James Stephens (Dublino, 9 febbraio 1880 – Londra, 26 dicembre 1950) è stato uno scrittore, giornalista, poeta e attore irlandese. Cresciuto in un quartiere povero di Dublino, non è andato a scuola e ha imparato a leggere e scrivere come autodidatta. Quando la madre trovò un lavoro presso una ricca famiglia, il ragazzo venne adottato e poté diplomarsi studiando con i fratellastri Tom e Dick (il terzo era lui, detto Tim, anzi Tiny Tim, poiché magro e piccolo di statura, sebbene veloce in atletica). Si interessò subito ai miti e alle favole irlandesi. Nel 1932 è stato tra i fondatori dell'Accademia irlandese di lettere (Irish Academy of Letters). Nel 1938 pubblicà i versi della raccolta Kings and the Moon. Da allora e fino alla morte, nel 1950, lavorò per la BBC.Nel 1947 ebbe una laurea honoris causa dal Trinity College.
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