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Antonio Crasto
I Mitanni
alla corte dei Faraoni
Harmakis Edizioni
Pag. 183 Formato: 15,5 x 23,5 cm Anno: 2014 ISBN: 978-88-98301-07-2
€. 27.00 €. 25.65 (-5%)
La XVIII dinastia egizia vide la presenza di alcuni sovrani guerrieri (Thutmose I, Thutmose III e Amenhotep II) che svolsero un’azione di conquista e controllo delle città stato del Vicino Oriente, incrementando considerevolmente i tributi che annualmente arricchivano il tesoro del regno.
La dinastia si caratterizzò anche per il nascere di due anomalie religiose: il regno del faraone donna Hatshepsut, matrigna e coreggente di Thutmose III, e il periodo “eretico” di Akhenaton (donna). La comprensione di queste “eresie” porta a riconsiderare la religione egizia, ipotizzando un’antica religione stellare, basata su 8 / 12 divinità associate agli astri del Sistema solare.
L’originale visione di una dea madre stellare (Horus l’antico / Hathor) e un dio padre stellare (Ra / Horakhty) venne sostituita dal Mito di Osiride, che, ispirandosi a una catastrofe planetaria che coinvolse alcuni pianeti del Sistema solare, costruì un’allegoria del Diluvio Universale del 5500 a.C., creando alcuni importanti sincretismi degli dei stellari: Hathor, Sah e Apophys, con gli dei terreni: Iside, Osiride e Set.
La religione di Osiride fu associata alle teofanie solari: Ra (Era del Toro) e Amon (Era dell’Ariete), ma esse furono sottovalutate dai sovrani Hatshepsut e Akhenaton, su ispirazione rispettivamente dell’ebreo Senenmut e della mitannica Nefertiti.
L’influenza di personaggi mitannici a corte si può cogliere con la presenza: della principessa Mutemuia, del principe Yuia e della sua sposa Tuia, della loro figlia Tiye e della principessa Gilu Heba / Nefertiti. Alcune situazioni sembrarono compromettere la dinastia: la sterilità di Tiye, la nascita di un solo erede maschio, Thutmose, una malattia di Amenhotep III e una grave epidemia di peste
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