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Luciana Petruccelli, Giuseppe Gervasini
Don Giuseppe, Inviato Speciale
Don Giuseppe Gervasini, el pret de Ratanà (1867-1941) risponde per via medianica sui temi più importanti dell'esistenza, prima e dopo la morte
I Libri del Casato
Pag. 176 Formato: 15 x 21 cm. Anno: 2010 ISBN: 978-88-904788-1-9
€. 14.50 €. 13.77 (-5%)
Tre giovani amiche, usando il solito mezzo della planchette, hanno i primi contatti con uno sconosciuto e invisibile interlocutore. Gli rivolgono domande e ricevono risposte sempre molto esaurienti, a volte anche scherzose e inframmezzate da parole in dialetto milanese. Poi una sera, l'entità si presenta con un nome che non conoscono: dice di chiamarsi Giuseppe Gervasini, di essere stato sacerdote nella sua ultima vita, e le invita a visitare la sua tomba, indicando con esattezza il luogo. Le tre ragazze vanno al Cimitero Monumentale, il più importante di Milano, quello che ospita i più illustri personaggi della cultura e della storia.
Trovano la sua tomba e sono stupite di vederla sommersa da un mare di fiori a tanti anni di distanza dalla data della sua morte, che leggono incisa nel marmo. Da alcuni devoti presenti vengono a sapere che quel sacerdote era una specie di leggenda nella Milano fra le due guerre, e che la sua fama di guaritore attirava folle di malati, anche da regioni lontane, e che tutti sopportavano i suoi modi bruschi sicuri di poter guarire con le sue cure a dir poco stravaganti.
Don Giuseppe nacque il 2 marzo del 1867 a S. Ambrogio Olona, un piccolo paesino in provincia di Varese. Fin da ragazzo sviluppò un grande interesse per argomenti quali le Scienze Naturali, il Magnetismo, lo Spiritismo e le Scienze Occulte. Nel 1885 entrò nel seminario Arcivescovile di Milano fino ad arrivare, sette anni più tardi, all'ordinazione. Versatissimo nelle scienze mediche, Don Giuseppe si diede anima e corpo a visitare tutti i poveri e i sofferenti che pian piano cominciarono a rivolgerglisi sempre più di frequente, man mano che la sua fama acquisiva vigore e solidità. anche se il suo carattere irascibile, e poco portato all'eccessiva pazienza, lo rendeva un po' burbero.
Proprio questo aspetto del suo comportamento ne fece oggetto di maldicenze da parte di benpensanti, scandalizzati soprattutto dalla sua difesa ad oltranza della difficile esistenza delle prostitute di strada. Molte lamentele giungeranno fino alla Curia e stando alla dichiarazione ufficiale l'Arcivescovo di Milano, Cardinal Ferrari, lo sospese confinandolo a Retenate. Qui, tuttavia, la sua fama di "guaritore" diventò, se possibile, ancora più grande tanto da essere noto ai noto ai più come "El pret de Ratanà".
Nella prima metà del '900 un ricco proprietario terriero gli regalò un'abitazione fornita di giardino a Cascina Linterno dove vivrà fino al 1941 (anno della sua morte) sempre a disposizione della povera gente che a lui si rivolse per curare ogni tipo di malattia.
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