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Miguel de Unamuno
Del Sentimento Tragico della Vita
negli uomini e nei popoli
SE
Pag. 287 Formato: 13 x 22 cm. Anno: 2003 ISBN: 978-88-78710577-6
€. 23.00 €. 21.85 (-5%)
Esiste qualcosa che, in mancanza d'altro nome, chiameremo "il sentimento tragico della vita", che porta dietro di sé tutta una concezione della vita stessa e dell'universo, tutta una filosofia più o meno formulata, più o meno cosciente. Questo sentimento possono averlo, e l'hanno, non solo uomini individuali, ma interi popoli; è un sentimento che non nasce dalle idee, ma piuttosto le genera, sebbene dopo, è chiaro, queste idee reagiscano su di esso, fortificandolo. Può nascere da una malattia accidentale, da una dispepsia, per esempio, ma può anche essere costituzionale. E non serve parlare di uomini sani e malati. A parte il fatto che non abbiamo una nozione normativa della salute, nessuno ha provato che l'uomo debba essere per natura gioioso. C'è di più: l'uomo per il fatto di essere uomo, di avere coscienza, è già, rispetto all'asino o al gambero, un animale malato. La coscienza è una malattia".
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Scheda dell'autore: Miguel de Unamuno
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informazioni sull'Autore: Miguel de Unamuno
Miguel de Unamuno, nato a Bilbao nel 1864, dopo aver compiuto gli studi secondari nella città natale, seguì a Madrid i corsi di lettere e filosofia (1880-1884). Nel 1889 fece un viaggio in Francia e Italia. Nel 1891 fu chiamato alla cattedra di lingua e letteratura greca dell'Università di Salamanca. Nel 1901 fu nominato rettore: fu destituito nel 1914 per la sua attività contro la monarchia. Dieci anni dopo fu confinato nelle Canarie, a Fuerteventura, a causa della sua opposizione alla dittatura di Primo de Rivera. Ciò provocò la protesta di illustri intellettuali europei, tra cui Einstein, Rolland, Thomas Mann. Fuggì su una nave francese, visse in esilio a Paris e poi a Hendaye, nei pressi del confine con la Spagna. Prima dell'avvento della seconda repubblica, nel 1930, tornò in patria e riprese il suo incarico di rettore. Fu di nuovo destituito nei primi giorni della guerra civile, in seguito a dissensi con i militari nazionalisti e falangisti. Morì a Salamanca il 31 dicembre 1936. Il pensiero filosofico di Unamuno è espresso in forma spesso non sistematica, commisto con motivazioni e suggestioni lettera rie, nei saggi raccolti in 7 volumi nel 1916-1918. I temi principali della sua meditazione sono di tipo irrazionalistico: l'an sia di immortalità che anima ogni individuo e ne determina la sua religiosità, che non coincide necessariamente con il cattolicesi mo. La dottrina dell'uomo concreto, «in carne e ossa», con la sua singolarità e la sua solitudine, condizionato dalla vita circostante ma anche dal sentimento e dalla ragione. L'attenzione per l'espressione e per la lingua, con la conseguenza che la filosofia vive più nei poeti che nella speculazione astratta. Il senso dell'angoscia che tinge di amarezza e di conflittualità l'esistenza umana. Sono tutti temi che lo pongono tra gli anticipatori del pensiero esistenzialista. Tra i suoi libri maggiori si ricordano "Intorno al tradizionalismo" ,"Vita di don Quijote e Sancho" appassionato commento del personaggio cervantesiano nel quale Unamuno identificò un simbolo dell'essenza nazionale spagnola, "Del sentimento tragico della vita", che è la sua opera più importante dal punto di vista ideologico imperniata sul tema dell'immortalità e del contrasto tra fede e ragione, "Agonia del cristianesimo" , scritta a Paris durante l'esilio, in cui si trovano i riflessi delle sue letture preferite: Paulus, Augustinus, Pascal, Kierkegaard. Nel "Del sentimento tragico della vita" rivela un criterio per leggere i suoi scritti. Scrive Unamuno: « L'uomo concreto, di carne e ossa, è il soggetto e al tempo stesso il supremo oggetto di ogni filosofia. E la biografia interiore dei filosofi ci fa capire più cose». Unamuno ebbe una educazione cattolica ma si distaccò poi dal cattolicesimo per una visione anti-idealista quanto anti-razionalista. Se la ragione cerca l'universale, dice, la vita sceglie l'individuale, afferma il continuo cambiamento contro i tentativi di schematizzare tutto e grida il suo desiderio di immortalità contro i fabbricanti di dubbi. Da Kierkegaard eredita il senso dell'estenuante contrasto tra finitezza del vivere e aspirazione all'eternità.
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