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DISPONIBILITÀ IMMEDIATA
Petr Demianovic Ouspensky
Colloqui con un Diavolo
Mediterranee
Pag. 158
Formato: 15,5 x 21,5 cm.
Anno: 1983
ISBN: 978-88-272-0808-3


€. 15.00 €. 14.25 (-5%)

  

Colloqui con un diavolo » fu scritto da Ouspensky nel 1914, durante un periodo di ricerche in India e a Ceylon precedente all'incontro con Gurdijeff. L'opera contiene due racconti, o «allegorie metafisiche», scritti da Ouspensky per render nota la sua convinzione che l'errore principale dell'uomo consiste nel credere che il mondo materiale sia l'unica realtà.

Le novelle di questo libro esaminano due problemi che Ouspensky reputava fondamentali. Il primo è quello del «male consapevole». L'Autore era profondamente convinto che il male è sonno, meccanicità e assenza di intenzione, cose delle quali siamo indirettamente responsabili, perché è nostro potere non dormire e non essere meccanici.

Questo tema è il filo conduttore de «L'inventore», il quale arreca danno proprio quando crede di operare bene. Il «Diavolo benevolo» protagonista del secondo racconto desidera che il genere umano sia felice e non si proponga di raggiungere un chimerico «altro mondo». Questa allegoria enfatizza la portata della delusione, dell'autoinganno dell'uomo, che rimane attaccato alla Terra perché dorme, perché non conosce la realtà, perché «non desidera» svegliarsi. In ambedue le storie il diavolo non raggiunge i suoi obiettivi: è indifeso quanto le sue potenziali vittime.
 
Ma ciò indica solo che il mondo è del tutto irrazionale, che non dobbiamo aspettarci né risposte ai nostri interrogativi, né una morale per le nostre storie. In questa visione pessimista, Ouspensky propone un'unica, disperata speranza: «Noi non possiamo sapere se quest'opera è possibile. Non vi dobbiamo rinunciare, sebbene nulla provi che essa ci affrancherà dalle tenebre. Non esiste nient'altro, e quindi dobbiamo aggrapparci tutti a quest'unico appiglio».

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  • Scheda dell'autore: Petr Demianovic Ouspensky

  • informazioni sull'Autore: Petr Demianovic Ouspensky
    Petr Demianovic Ouspensky Pëtr Demianovič Ouspensky (Mosca, 5 marzo 1878 – Lyne Place, 2 ottobre 1947) è stato un filosofo russo. Il suo pensiero combina la personale vocazione mistica alla riflessione analitica e psicologica. Nel periodo moscovita scrisse per numerosi giornali; fu particolarmente interessato all’idea della quarta dimensione. Ebbe rapporti con il mistico greco armeno Georges Ivanovič Gurdjieff. Si trasferì da Mosca a San Pietroburgo nel 1909 dove si dedicò allo studio dei Tarocchi della letteratura Indù e all’idea del superomismo, su cui diede letture pubbliche. Un saggio sui tarocchi fu pubblicato nel 1913, ma in questo periodo il maggior lavoro di Ouspensky fu la stesura del Tertium Organum, pubblicato nel 1912. Si reco' a Ceylon ed in India, dove trovò scuole molto interessanti, ma che non possedevano ciò che lui cercava. Agli esordi della Prima guerra mondiale, le sue ricerche furono interrotte nell’agosto del 1913, fece ritorno a San Pietroburgo nel novembre del 1914 e nel 1915 diede pubbliche letture dei suoi viaggi in India e Ceylon. Alle sue letture su Il Problema della Morte e In Cerca del Miracoloso accorrevano di frequente numerose persone. Ripeté le letture a Mosca, dove due persone dell’audience gli dissero che facevano parte di un gruppo impiegato in ricerche sotto la guida di Gurdjieff. Descrive e racconta il suo incontro con il mistico coevo in Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto, tradotto in Italiano da Henri Thomasson. Prima di entrare nel gruppo di Gurdjieff, Ouspensky chiarì che, nella sua veste di scrittore, avrebbe voluto essere lasciato libero di decidere cosa scrivere e cosa non scrivere: non avrebbe promesso di mantenere il segreto delle idee che avrebbe imparato da Gurdjieff. Avendo inoltre lavorato per molti anni su idee esoteriche, vedeva molto difficile separare ciò che Gurdjieff insegnava da ciò che già sapeva: secondo l'accordo dunque, Ouspensky non avrebbe scritto ciò che non comprendeva.
    Nel febbraio del 1917 si confrontò con Gurdjieff circa l’idea di abbandonare la Russia e aspettare la fine della guerra in una nazione neutrale, ma non ottenne una direzione definita. Quella fu in ogni caso l’ultima visita di Gurdjieff a San Pietroburgo. Un mese dopo l’abdicazione di Nicola II, Uspensky scrisse La fine della storia Russa. Gurdjieff lasciò Mosca alla volta del Caucaso prima della rivoluzione, Chiedendo ad Ouspensky di continuare il lavoro con il gruppo di San Pietroburgo fino al suo ritorno per la Pasqua. Nella settimana seguente alla festività, ricevette un telegramma in cui era scritto che Gurdjieff sarebbe arrivato nel mese di maggio. Questo fu un periodo molto difficile per Ouspensky: in un telegramma da Alessandropoli, in giugno, scrisse: "Se vuoi riposarti vieni qui da me". Trascorse gli ultimi tempi del 1917 ad Essentuki, dove Gurdjieff rivelò il piano complessivo del lavoro ad un gruppo di 12 persone, com’è descritto nel capitolo 17 di Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto. Qualcosa però dell’insegnamento di Gurdjieff era cambiato: Ouspensky, allontanatosi dal gruppo, incominciò ad avere meno confidenza con il maestro. Qualche mese dopo, nel febbraio del 1918, una lettera circolare con la firma dello stesso Ouspensky fu spedita da Gurdjieff a tutti i membri dei gruppi di Mosca e San Pietroburgo con l’invito di venire a Essentuki per lavorare con Gurdjieff: risposero circa 40 persone. Prima di incontrare Gurdjieff, Ouspensky conosceva già profondamente i principi e le regole delle scuole esoteriche e comprendeva che se un allievo si trova in disaccordo con il suo maestro, resta una sola cosa da fare: andarsene. Si trasferì in una casa separata, nella stessa Essentuki, e riprese i lavori ai suoi libri. Una testimonianza delle ragioni che lo portò ad abbandonare Gurdjieff è riportata in una trascrizione di un incontro tenutosi a Londra il 13 ottobre 1937: « Quando incontrai Gurdjieff incominciai a lavorare con lui sulle basi di certi principi che potevo comprendere e accettare. Gurdjieff ci disse: ”Per prima cosa tutti voi non dovete credere a nulla, e secondo non dovete fare nulla che non comprendete”. Io lo accettai per questi principi. Poi dopo due o tre anni lo vidi andare contro questi principi. Chiedeva alle persone di accettare ciò in cui non credevano e di fare quello che non comprendevano. Del perché questo accadde non pretendo di avere una ragione.” » Nel 1920 a Costantinopoli molte persone parteciparono dalle letture, e quando Gurdjieff arrivò qualche mese dopo da Tiflis, Ouspensky sperando ancora di poter lavorare con lui mise il suo gruppo nelle mani del maestro. Sorsero le stesse difficoltà di Essentuki e nell’agosto del 1921 Ouspensky partì per Londra; a Costantinopoli prima della sua partenza per l’Inghilterra Gurdjieff gli dette un totale consenso alla pubblicazione dei suoi scritti. A Londra iniziò un’altra volta un lavoro indipendente. Gurdjieff arrivò nel l922, dopo diversi insuccessi nell’apertura del suo Istituto per lo Sviluppo Armonioso dell’Uomo a Berlino e Dresda. Ouspensky introdusse Gurdjieff al suo nuovo gruppo e lo aiutò a raccogliere la somma necessaria per il suo istituto in Francia. Grazie ad una considerevole somma di denaro raccolta Gurdjieff poté comprare il Chateau Prieuré ad Avon vicino Fontainbleu (Francia) e nel 1922 aprì il suo istituto. Ouspensky trovò il lavoro dell’Istituto molto interessante ma non accettò l’invito di Gurdjieff a trasferirvisi perché non comprendeva più la direzione del lavoro del maestro e percepiva elementi di instabilità nell’organizzazione. Era al Prieuré nel Gennaio del 1924 quando Gurdjieff con alcuni allievi andò negli Stati Uniti; questo gli ricordò la partenza per Essentuki nel 1918. Al ritorno in Inghilterra annunciò che da quel momento il suo lavoro si sarebbe svolto in maniera indipendente. Fra i principali allievi di Ouspensky, da ricordare il matematico John Godolphin Bennett.
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