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Osho
Aprirsi alla vita
(Nuova edizione)
Oscar Mondadori
Pag. 238 ISBN: 978-88-04-513018
€. 11.60 €. 11.02 (-5%)
Spunti e intuizioni per immergersi nel sapore della propria natura essenziale.
Dal primo capitolo: LA DISTANZA FA LA DIFFERENZA L’uomo è consapevolezza, consapevolezza continuamente desta. Egli non è colui che sperimenta, ma colui che sa: ecco la realtà. Tuttavia, la nostra condizione mentale non è quella di colui che conosce, bensì quella di colui che fa l’esperienza. Quando colui che conosce è tutt’uno con colui che sperimenta, quando egli non è più cosciente, ma piuttosto si identifica con l’azione stessa; quando non resta un testimone distaccato che osserva ciò che accade da lontano, ma partecipa all’azione, allora avviene l’identificazione, si diventa una cosa sola con l’atto. Questa identificazione impedisce il nostro risveglio, perché per essere svegli e consapevoli è necessaria una distanza, una prospettiva su ciò che accade. Una persona che voglia dimenticare l’infelicità non potrà mai risvegliarsi ed esserne consapevole. Come possiamo diventare consapevoli di qualcosa che tendiamo a dimenticare? Solo ricordando possiamo diventare consapevoli. Dunque, solo mettendo a fuoco il dolore possiamo divenirne consapevoli. Ogni volta che sei infelice, prendila come un’opportunità. Siine totalmente consapevole, e otterrai un’esperienza meravigliosa. Quando diventi totalmente consapevole del tuo dolore, quando lo guardi in faccia, senza fuggirlo, avrai un’intuizione del tuo esserne separato.
La vita è un’ascensione positiva, non una discesa negativa; un raggiungimento positivo, non una rinuncia negativa. Man mano che la consapevolezza del testimone si approfondisce, vengono alla luce nuovi livelli di beatitudine. I livelli dell’infelicità si allontanano, ogni scoria viene gettata via. Scarti i ciottoli, e tra le mani cominciano ad apparirti i diamanti.
Dal terzo capitolo: IO SONO PRONTO, SE TU LO SEI Pochissima gente è in grado di riconquistare questo paradiso. Le persone, in genere, vivono in uno stato di "paradiso perduto"; la situazione di "paradiso riguadagnato" accade nella vita di pochissimi. Tutti noi perdiamo il nostro paradiso, naturalmente, ma non lo ritroviamo più. Se si riesce a diventare come bambini prima della morte, il paradiso ritorna. Se un vecchio riesce a vedere il mondo con l’occhio di un bambino, la pace, la gioia e la beatitudine che discendono su di lui sono al di là di ogni immaginazione.
Ciò che chiamiamo vita non è diverso dalla messa a fuoco di una cinepresa. I momenti catturati, che una volta consideravamo tanto importanti, non sono altro che immagini proiettate su uno schermo.
La verità non si può scoprire con i soldi. In realtà, fino a quando non sarai pronto ad abbandonare te stesso non riuscirai a raggiungere la verità, per quanto tu possa rinunciare a tutto il resto. La verità non può essere scoperta abbandonando ciò che si ha, ma scomparendo rispetto a ciò che si è.
Impazienza e serenità non possono accompagnarsi; impazienza vuol dire tensione, agitazione, eccitazione. Una mente simile non potrà che fallire. La pazienza assomiglia al mare calmo: come uno specchio, non ha alcuna increspatura. Il fatto interessante è che, quando la luna vi splende sopra, se il mare è calmo e simile a uno specchio, può catturarne il riflesso, in questo stesso momento. Ma un mare agitato, pieno di onde, non può catturare la luna.
Non esiste gioco d’azzardo più rischioso della ricerca spirituale. In natura, tutte le altre scommesse sono inezie: scommetti, vinci o perdi qualcosa, ma restando sempre in disparte. Nel caso della religione scommetti il tuo sé, e quindi è fuori luogo parlare di perdite o vincite. Infatti, quando hai scommesso te stesso, chi vince o perde? Adesso tu sei la posta: non c’è modo di perdere o vincere. Ora sei finito. Lascia che questo ti sia chiaro.
Dal quarto capitolo: IL RAGGIO DELLA VOLONTA’
Una mente risoluta contiene potenzialità meravigliose. Una mentalità vittimista è più responsabile di una vita di sconfitte di quanto lo siano le circostanze. Il mondo in quanto tale ha poco a che fare con i fallimenti delle persone: il novanta per cento della responsabilità è delle persone stesse. Quando si è pronti al novanta per cento ad andare incontro a un fallimento, sarebbe troppo se il mondo non collaborasse almeno con il dieci per cento… Lo stesso principio si applica a coloro che ottengono un successo dietro l’altro. Chi è sano e chi è sempre malato, chi è sereno e chi è continuamente teso, sono tutti soggetti allo stesso principio. In profondità, tutto ciò che vuoi essere è ciò che diventi. I pensieri diventano oggetti e avvenimenti, creano la tua personalità. Solo noi siamo fondamentalmente responsabili del nostro modo di vivere e della qualità della nostra vita. Solo noi gettiamo la basi della vita che viviamo. Una volta compresa questa verità, ciò che sto spiegando ti diventerà chiaro.
Proprio come il vento, che va e viene senza alcun motivo né significato, o come un filo d’aria che entra nella tua stanza e ne esce, senza alcuna ragione. Un essere il cui andare e venire è immotivato, privo di desideri come il vento, viene definito Tathagata. Ma chi è che va e viene come il vento? Solo colui che ha conseguito il tathata può scorrere come una brezza; solo colui il cui andare e venire non fanno differenza, può muoversi come una brezza. Se egli ha bisogno di venire, viene; se ha bisogno d’andare, va.
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Scheda dell'autore: Osho
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informazioni sull'Autore: Osho
Osho nasce a Kuchwada, In India Centrale, l'11 dicembre 1931. Fin dalla più tenera età, si pone di fronte alla vita come spirito libero. Insofferente alle regole e alle norme imposte, rifiuta la fede della famiglia, di religione giainista, e sfida sempre e comunque il potere costituito e chi lo rappresenta. La sua ricerca della verità raggiunge il suo culmine all'età di ventun anni, il 21 marzo 1953. Quel giorno, Osho vive nel proprio essere la più alta vetta di consapevolezza sperimentabile dall'uomo:l'illuminazione. Descritta in oriente come "l'istante in cui la goccia si fonde nell'oceano, e l'oceano si riversa nella goccia", per noi occidentale è molto arduo avvicinarsi a comprendere questo fenomeno. Osho stesso ne parla come di un'esperienza "orgasmica", assolutamente inaccessibile, per sua stessa natura, alla mente razionale. La goccia che si versa nell'oceano, e si fonde con esso, diventando l'oceano. Osho, spinto a voler invitare gli altri esseri umani a quella esperienza di trasformazione, inizia a viaggiare per tutta l'India. Alla fine degli anni Cinquanta arriva a tenere conferenze a platee anche di centomila persone. Termina comunque gli studi nel 1956, laureandosi in filosofia, e prosegue la carriera universitaria come professore al "Sanskrit College" di Rajpur prima, e quindi come rettore della cattedra di filosofia presso l'università di Jabalpur. Agli inizi degli anni Sessanta intraprende un lavoro diverso: aiutare altri esseri umani a vivere la stessa esperienza da lui vissuta. E tenta di fare ciò che non può essere fatto, di condividere ciò che non può essere condiviso, di insegnare ciò che non potrà mai , per sua stessa natura, essere insegnato. Dalle folle che ascoltano le sue conferenze emergono i primi discepoli che, paradossalmente, si uniscono a lui proprio sulla base di questa certezza, cioè che l'illuminazione non può essere comunicata. Il bisogno e l'impegno di questi individui va al di là del semplice ascoltare parole di saggezza e ben oltre le futili controversie che queste possono scatenare; essi vogliono intraprendere una ricerca reale, che li porti a conoscere veramente, senza intermediari. Per rispondere a questa esigenza, nel 1964 Osho inizia a organizzare Campi di Meditazione durante i quali utilizza delle tecniche in grado di aiutare a cogliere quel "silenzio" in cui la nostra vera natura si manifesta. Consapevole della diversa struttura mentale e psicofisica dell'uomo moderno, Osho ha ideato, negli anni, tecniche di meditazione conformi al tipo di "sonno psicologico" in cui oggi si vive, facendo anche buon uso delle intuizioni della psicoterapia. Nel 1966 egli abbandona la carriera universitaria e alla fine degli anni Sessanta si stabilisce a Bombay, dando vita a un Ashram, o "comunità spirituale", che viene trasferito a Puna (India) il 21 marzo 1974, in occasione del ventunesimo anniversario della sua illuminazione. Riconosciuto da quanti vivono intorno a lui come "Maestro di Realtà", dopo un'intensissima esperienza americana, conclusasi tragicamente con il suo arresto e un avvelenamento, scoperto con analisi mediche solo nel 1987, Osho torna proprio in quell'anno all'Ashram di Puna. Qui crea un "laboratorio di crescita", il cui impatto ancor oggi richiama da ogni parte del mondo ricercatori del vero, consapevoli di trovare in questo habitat immerso nella meditazione quello stimolo essenziale per scuotere l'equilibrio interiore e spostare il centro dell'autoidentificazione dell'essere: dal senso di separatezza che generalmente ci contraddistingue, a un senso di profonda appartenenza alla vita. Osho ha spiegato che il suo nome deriva dal termine "osheanic" coniato dal filosofo inglese William James, e da lui usato per indicare l'esperienza del "dissolversi nell'oceano dell'esistenza". "Ma osheanic descrive solo l'esperienza" egli ha chiarito. "Come definire colui che fa quell'esperienza della vita ? Per definirlo usiamo il termine Osho." "O" significa profondo rispetto, amore e riconoscenza, come pure indica sincronicità e armonia. "Sho" significa espansione multidimensionale della consapevolezza, e il riversarsi dell'esistenza da ogni direzione. Un suono, dunque, con forti eco nella nostra coscienza, più che una figura storica...così Osho ha voluto essere ricordato da quanti traggono ispirazione e alimento dalla sua visione, espressa nelle decine di migliaia di discorsi tenuti nel corso degli anni e pubblicati in centinaia di volumi. L'epigrafe che lui stesso ha dettato per il suo samadhi così recita: "Osho. Mai nato, mai morto, ha solo visitato questo pianeta Terra dall'11 dicembre 1931 al 19 gennaio 1990". A Puna, in India, la comunità sorta ispirandosi alla sua visione di un Uomo Nuovo è ancora fiorente; in essa ha sede una "Multiuniversità" che offre corsi e programmi di crescita interiore (www.osho.com). Ma sopratutto, qui è possibile immergersi in un contesto di salute globale che rende chiaro il senso di un nuovo stile di vita fondato sull'armonia, la pace e la quiete interiore. A migliaia tutti gli anni persone provenienti da ogni parte del mondo, trascorrono in questa dimensione periodi più o meno lunghi, riconoscendo l'importanza di un'intima connessione col proprio essere per cogliere e accettare quel nulla e quel vuoto che sono il vero significato dell'esistenza.
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