Dissensi
Ripetiamo spesso che la letteratura non deve essere solo un momento di evasione, ma soprattutto uno strumento di denuncia e di impulso al cambiamento. Ma ripetiamo spesso anche che Dissensi è la forza dell'editoria indipendente. Ma attenzione, per noi, indipendente non è sinonimo di equidistante, imparziale: la nostra linea editoriale è assolutamente di parte. Dalla parte di coloro che chiedono e si battono per costruire giustizia e pace sociale. Da parte di chi pragmaticamente agisce per il cambiamento.
Per determinare un reale cambiamento che possa generare una nuova realtà priva di sperequazioni, occorre che si realizzi una presa di coscienza sociale. Il vero cambiamento non lo si può avere pensando di delegarlo o di imporlo con la violenza, ma lo si ha solo con il raggiungimento della consapevolezza, con una rivoluzione sociale che necessariamente deve partire dal basso dato che chi gestisce un potere non è interessato al cambiamento. Un cambiamento, che a mio avviso, per risultare duraturo, non può essere solo materiale ma anche spirituale. Negli ultimi decenni siamo stati inondati da uno tsunami di materialismo che sembra aver spento quella scintilla divina che ognuno di noi si porta dentro.
I libri possono svolgere un ruolo fondamentale di denuncia, di invito a dissentire. La conoscenza è un'arma fondamentale per vincere questo nefasto tentativo di rendere l'umanità una miriade di indistinguibili marionette mosse a piacimento da una manciata di saltimbanchi. I libri possono essere dei mattoni con cui costruire una coscienza critica, un argine a questa deriva culturale. Essi sono un invito alla partecipazione, all'azione e alla mobilitazione. Infatti, forse proprio per questo, sembra che si faccia di tutto per non stimolare la lettura. Tranne, ovviamente, di quei libri che non sono altro che un prolungamento cartaceo dei soliti messaggi inviati da trasmissioni taroccate o da articoli pubblicati su giornali e riviste assoggettati al potente di turno.
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