Marina Ivanovna Cvetaeva
Marina Ivanovna Cvetaeva,(Mosca, 8 ottobre 1892 – Elabuga, 31 agosto 1941) è stata una poetessa e scrittrice russa. Nata a Mosca, figlia di Ivan Vladimirovich Tsvetaev, professore di Belle Arti all'Università di Mosca e della pianista Marija Alexandrovna Mejn, fu una delle voci più originali della poesia russa del XX secolo e l'esponente più di spicco del locale movimento simbolista; il suo lavoro non fu ben visto dal regime staliniano, anche per via di opere scritte negli anni venti che glorificavano la lotta anticomunista dell'armata bianca, in cui il marito Sergej Jakovlevič Efron militava come ufficiale; emigrò prima a Berlino e poi a Praga nel 1922. Seguendo gli orientamenti della comunità russa emigrata, si trasferì a Parigi nel novembre 1925. Tornò a Mosca insieme al figlio Mur nel 1939, nella speranza di ricongiungersi al marito, di cui si erano perse le tracce e che in realtà era fuggito in Spagna, e alla figlia Ariadna Efron, tornata a Mosca nel 1937 e subito mandata in un campo di lavoro[1]. In uno stato di estrema povertà e di isolamento dalla comunità letteraria, il 31 agosto 1941 s'impiccò nell'ingresso dell'izba che aveva affittato da due pensionati. La riabilitazione della sua opera letteraria avvenne solo a partire dagli anni sessanta, vent'anni dopo la sua morte.
|
|