La natura delle cose è un poema fondamentale nella storia della letteratura e del pensiero, in cui vengono assunti a fondamento i principi portanti della filosofia epicurea. Lo stesso Cicerone fu soggiogato dalla grandezza dell’opera e, pur non approvandone filosoficamente il contenuto, contribuì in modo decisivo alla sua pubblicazione, dicendo: “Rivela uno splendido ingegno, ma anche notevole abilità artistica”. L’opera è la celebrazione della dottrina epicurea come filosofia liberatrice dell’uomo e valido mezzo a confortare un’umanità quanto mai turbata e incerta. Suo cardine sta nella fisica atomistica democritea: il mondo in cui viviamo non è che il risultato dell’unione casuale di una parte degli infiniti atomi, da sempre in movimento nello spazio senza fine.