Lo studio degli stati modificati di coscienza (SMC) si è sviluppato specialmente negli USA a partire dagli anni sessanta del Novecento. Esso si occupa di quegli stati generati spontaneamente in certe condizioni di stress, di isolamento, di deprivazione e di bombardamento sensoriale, oppure indotti (ipnosi, effetti di LSD e delle sostanze psichedeliche in genere), che nel linguaggio corrente, per opposizione allo stato ordinario di coscienza, vengono chiamati secondi. La parola transe, invece, deriva dal latino transire e in origine designava il passaggio tra il mondo qui in basso e l’altro mondo. Nella riflessione scientifica più recente, laddove gli psicologi hanno utilizzato il concetto di “stati di coscienza”, gli etnologi, nelle loro ricerche sullo sciamanesimo, sui riti di possessione e sulle danze estatiche, generalmente hanno preferito la nozione più antica di transe. In realtà, come Georges Lapassade chiarisce nei saggi qui proposti, le due espressioni sono complementari, poiché in definitiva ogni transe è uno stato di coscienza non ordinario ritualizzato, socializzato e collettivizzato.