Quest'opera, pubblicata in Polonia nel 1922, ebbe una traduzione inglese nel 1923, una francese nel 1924 ed una italiana nel 1925, suscitando molte reazioni, positive e negative, a causa del suo contenuto. L'importanza dell'opera, infatti, è tutta nella grande messe di notizie inedite che essa espone, con un'ottica storicamente oggettiva, in quanto il suo autore, il polacco Ferdinand Antoni Ossendowski (1871-1945) è un chimico-fisico, cioè uno scienziato abituato a guardare alla sostanza degli avvenimenti. Bestie, Uomini, Dèi è un'opera dai molteplici aspetti: è un affascinante libro di viaggi; è una testimonianza agghiacciante della vocazione al genocidio del comunismo sin dalle sue origini e delle ultime lotte anti-bolsceviche condotte nel 1920-1921 agli estremi confini dello sterminato Impero russo, in Mongolia, è la biografia di un personaggio ignorato e inquietante come il barone generale Ungern; è la rivelazione in Occidente, del "mistero dei misteri": il "Re del Mondo". Fu questo libro che ispirò a René Guénon il suo Roi du Monde (nel 1924 come saggio su rivista, nel 1927 ampliato a libro), un contributo decisivo allo studio del "centro iniziatico", denominato "Agartha".