Emile Coué
Émile Coué nacque a Troyes, nell’Aube, in Francia, nel 1857 da famiglia modesta. Ciò non gli impedì, però, di compiere un corso regolare di studi e di laurearsi in lettere, per poi dedicarsi, mosso dalla sua passione per la chimica, allo studio delle scienze, nelle quali potè anche laurearsi dopo diverse difficoltà. Costretto da esigenze economiche a lavorare in una farmacia, egli seppe passare, grazie al suo acuto spirito di osservazione, dall’analisi chimica all’analisi psichica. Nel corso di questa esperienza ebbe modo di osservare una serie di cose che gli permisero di intuire le potenzialità del pensiero della mente: l’azione “capricciosa” dei medicamenti che doveva preparare per gli ammalati; l’efficacia di una sua parola detta nel modo giusto nell’atto di consegnare una medicina; la guarigione di un male ribelle attraverso le gocce di blu di metilene o le pillole di “mica panis” (palline di pane). Egli riconobbe nel pensiero umano la forza di plasmare il corpo fisico, in perfetto accordo con il pensiero filosofico indiano, per il quale l’attitudine della mente è il grande segreto, il grande mistero e il maggiore fattore della vita umana. Il suo incontro con Liébeault e Bernheim, i maestri della scuola psicologica di Nancy, avvenuto nel 1885, contribuì ad imprimere una nuova direzione al corso della sua vita. Liébeault, per primo, aveva messo chiaramente in rilievo il fenomeno della suggestione; Bernheim, suo discepolo e teorico, aveva diffuso nel mondo le idee del maestro. Coué, dopo aver seguito le esperienze del Liébeault, iniziò a studiare e a praticare la suggestione; ma il suo temperamento positivo e concreto non potè contentarsi di quelle esperienze fatte senza metodo e capì che era necessario risalire alle vere cause psicologiche dei fenomeni, per poterli dirigere e dominare.Egli intuì che ciò che determinava l’azione capricciosa dei medicinali, delle suggestioni e degli effetti panacea poteva essere solo l’immaginazione del malato, ed intravide, quindi, che la stessa immaginazione, metodicamente diretta con graduali esperienze, avrebbe potuto sviluppare le più singolari attività.
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