Roberto Marchesini
Bioetica e Biotecnologie
Alberto Perdisa Editore
pag. 192 - anno: 2003 - ISBN. 978-88-8372-148-9
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La rivoluzione tecnologica dell’ultimo quarto del Novecento ha profondamente modificato il rapporto dell’uomo con il regno del vivente e con il proprio corpo. Se con la tecnica del DNA ricombinante è possibile superare gli steccati filogenetici trasferendo costrutti genici da una specie all’altra, con l’ingegneria proteica è addirittura percorribile la strada della costruzione ex novo di geni artificiali da impiantare nello zigote, modificandone la morfologia e l’azione. Secondo alcuni studiosi, nel prossimo futuro sarà possibile la costruzione artificiale di cellule complete, e quindi di organismi progettati interamente dall’uomo o dalle macchine. Questo significa che il mondo vivente si sta trasformando in una vera e propria biofabbrica aperta a tutte le possibili iperboli progettuali. Inoltre, dalla fine degli anni Novanta, l’avvento della pecora Dolly ha modificato il concetto di indivisibilità dell’identità genetica: attraverso i processi di clonazione, oggi è infatti possibile partire da una cellula adulta per realizzare un nuovo embrione che presenta lo stesso patrimonio genetico del donatore, oppure dar vita a cellule staminali progenitrici di tessuti omologhi al donatore, da utilizzare per impianti. È allora evidente come tali potenzialità operative aprano il campo a mirabolanti applicazioni, ma siano al contempo seguite da inquietudini e delicatissimi quesiti di ordine bioetico.