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Nikos Kazantzakis
Zorba il Greco
Traduzione di Nicola Crocetti
Crocetti Editore
Pag. 384 Formato: 12 x 20 cm. Anno: 2021 ISBN: 978-88-8306-329-9
€. 18.00 €. 17.10 (-5%)
Un uomo vero sta a fronte alta davanti alla Necessità, e perfino a Dio: tutto questo è, e sempre sarà, Zorba il greco, mani e gambe che diventano ali nella danza leggendaria sulla spiaggia, sullo sfondo di una Creta pietrosa senza tempo.
Il cuore dell’uomo è una fossa chiusa colma di sangue, e quando si apre corrono ad abbeverarsi e a riprendere vita tutte le inconsolabili ombre assetate, che sempre si affollano intorno a noi e oscurano l’aria.
Corrono a bere il sangue del nostro cuore, poiché sanno che altra risurrezione non esiste.
E davanti a tutti oggi Zorba corre a grandi falcate, e scansa le altre ombre, perché sa che è per lui oggi la Commemorazione.
Diamogli dunque sangue perché riprenda vita.
Facciamo tutto quanto è in noi perché riviva ancora per un po’ questo straordinario crapulone, beone, lavoratore instancabile, donnaiolo e zingaro.
L’anima più grande, il corpo più saldo, il grido più libero che io abbia mai conosciuto in vita mia.
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Scheda dell'autore: Nikos Kazantzakis
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informazioni sull'Autore: Nikos Kazantzakis
Nikos Kazantzakis nasce a Iraklio (Creta) nel 1883. Studia Giurisprudenza ad Atene e completa la sua formazione a Parigi, dove segue le lezioni di Henri Bergson e conosce la filosofia di Nietzsche, da cui rimane fortemente influenzato. La sua opera è sterminata: compila dizionari ed enciclopedie, scrive libri per ragazzi e di viaggio, romanzi, testi teatrali e filosofici, una storia della letteratura russa, poemetti e sceneggiature per il cinema. Traduce in neogreco Platone e i poemi omerici, ma anche Bergson, Nietzsche, Darwin, Eckermann, Goethe, Büchner, Maeterlinck, Machiavelli, la Commedia di Dante e i maggiori poeti spagnoli del Novecento. Viaggia incessantemente per tutta la vita e visita molti Paesi. Dopo la Seconda guerra mondiale ricopre una carica importante all’Unesco per un progetto di valorizzazione e traduzione delle maggiori opere della letteratura mondiale. Osteggiato e incompreso in patria e deluso dalla situazione politica greca, si stabilisce ad Antibes. Nel 1953 viene scomunicato dalla Chiesa ortodossa per il romanzo L’ultima tentazione. Nel 1956 riceve il prestigioso Premio per la pace e l’anno successivo perde per un solo voto il Premio Nobel per la letteratura, assegnato ad Albert Camus, che gli scrive: “Voi l’avreste meritato cento volte di più”. Poco dopo, pur malato di leucemia, s’imbarca per un viaggio in Cina e in Giappone. Al ritorno, contrae una grave infezione e si spegne a Friburgo il 26 ottobre 1957. Il funerale a Iraklio è seguito da una folla immensa: il suo corpo viene inumato sul bastione Martinengo. Aveva infatti espresso il desiderio di guardare per sempre il mare e i monti della sua Creta. Sulla tomba spoglia si legge l’epitaffio da lui dettato: “Non spero niente. Non temo niente. Sono libero”.
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