José Ortega y Gasset (Madrid, 9 maggio 1883 – Madrid, 18 ottobre 1955) è stato un filosofo e saggista spagnolo. Ortega, similmente a Max Scheler, è sostenitore del prospettivismo storico, ossia di una concezione della storia in base alla quale essa può essere compresa analizzandola nel suo corso a partire da diverse prospettive. L’uomo stesso, con la sua individualità, ha una visione peculiare della realtà, che appartiene soltanto a lui. La somma totale di tutte le prospettive della totalità degli uomini fornirebbe la visione reale e veritiera del mondo. In sostanza, la varietà di prospettive permette una visione più completa e obiettiva della realtà. Una delle conseguenze più importanti del prospettivismo è ritenere ogni posizione degna di considerazione nonostante sia contraria alla nostra. Ogni individuo è dunque dotato di valore per la sua originale e unica posizione, che ne garantisce l’identificazione, e il suo essere in disaccordo con noi deve essere considerato di fondamentale importanza per accrescere la nostra visuale. Per evitare scontri fra posizioni differenti è fondamentale la tolleranza.
In politica scrive
La ribellione delle masse: la storia, il progresso, si attuano ad opera delle minoranze. Se vi deve essere un rinnovamento, dunque, questo deve avvenire ad opera dei migliori, che vanno, comunque, reclutati in maniera liberal-democratica. Ortega teme che le masse chiedano tutto allo Stato e che esso conceda loro tutto in cambio di cieca obbedienza: ciò causerebbe una mancata emancipazione delle masse stesse.