DISPONIBILE 3-4 gg. lavorativi
|
Wassily Kandinsky
Punto, Linea, Superficie
Adelphi
Pag. 215 Formato: 14 x 22 cm. Anno: 1968 ISBN: 978-88-459-0050-1
€. 14.00 €. 13.30 (-5%)
«È come un pezzo di ghiaccio entro cui brucia una fiamma» scriveva Kandinsky in una lettera del 1925, alludendo alla sua pittura. Ma lo stesso si potrebbe dire del libro che egli avrebbe pubblicato pochi mesi dopo, Punto, linea, superficie, testo capitale e rinnovatore per la teoria dell’arte e non solo per essa. Fra tutti i grandi pittori del ’900 Kandinsky è quello che forse più di ogni altro ha sentito l’esigenza di dare una formulazione teorica ai risultati delle proprie ricerche e di allargarne il significato toccando tutti i piani dell’esistenza."
Già nel 1910, quando appena cominciava ad aprirsi la strada alla terra incognita dell’astratto, Kandinsky aveva scritto Über das Geistige in der Kunst, altro testo di grande risonanza, proclama mistico più che saggio di estetica, appello a un rivolgimento radicale della vita oltre che al rinnovamento dell’arte. Punto, linea, superficie si presenta come un’opera più fredda e tecnica, ma in realtà è l’espressione più articolata, matura e sorprendente del pensiero di Kandinsky. Alla base del libro sono i corsi che Kandinsky teneva dal 1922 al Bauhaus. In essi egli mirava soprattutto a individuare la natura e le proprietà degli elementi fondamentali della forma, perciò innanzitutto del punto, della linea e della superficie.
Con estremo radicalismo Kandinsky dichiarava allora di voler fondare una scienza dell’arte: nel corso ulteriore delle ricerche i problemi avrebbero dovuto esser risolti matematicamente, e su questa strada si sarebbe mossa tutta l’arte futura. Per questo suo assunto e per le scoperte che per la prima volta vi sono esposte, Punto, linea, superficie ebbe un’influenza determinante in diversi campi, basti pensare alla grafica. Ma ciò che oggi colpisce nel libro è innanzitutto l’abbozzo di una metafisica della forma, ben più che il progetto di una scienza esatta. Per Kandinsky la forma, in ogni sua specie – naturale e artificiale –, è manifestazione significante di una realtà, è tensione di forze, e solo in rapporto al suo sottofondo invisibile può essere compresa.
È chiaro che, con ciò, viene abbandonato irrimediabilmente il recinto dell’estetica: si entra invece in un regno diverso, dove ogni forma diventa un essere vivente – e in questo regno Kandinsky ci introduce come un rabdomante, che rintraccia e traduce continuamente l’uno nell’altro, con la sua inquietante sensibilità eidetica, segni sonori, grafici, cromatici. Così, procedendo all’interno di questo trattato, al tempo stesso di pittura e di geometria «qualitativa», ci accorgiamo di partecipare a una grande avventura fantastica. Kandinsky ci insegna ad «ascoltare» la forma, come mai nessuno prima di lui, e il suo insegnamento ci mette in un nuovo rapporto con l’opera d’arte, ci apre una possibilità di esplorazione, che è, come scriveva egli stesso, «la possibilità di entrare nell’opera, diventare attivi in essa e vivere il suo pulsare con tutti i sensi». Punto, linea, superficie fu pubblicato per la prima volta nel 1926.
Altri libri di Arte
Altri libri dell'autore: Wassily Kandinsky
Altri libri dell'editore: Adelphi
Scheda dell'autore: Wassily Kandinsky
|
informazioni sull'Autore: Wassily Kandinsky
Wassily Kandinsky, universalmente conosciuto come il fondatore dell'arte astratta, nacque a Mosca nel 1866. Dopo l'infanzia trascorsa a Odessa, nel 1885 si recò a Mosca per frequentare presso l'Università i corsi di diritto e di economia politica, di cui si occupò fin alla soglia dei trent'anni. Forse Monet, con il suo quadro dei "Covoni" esposto a Mosca nel 1895 gli diede la certezza della sua vocazione: egli ricorderà sempre quella tela per l'impressione che ne aveva ricevuta d'esser la pittura in essa indipendente e comunque assai più forte della realtà per suo mezzo raffigurata. Trasferitosi a Monaco vi resterà fino al 1914: vedrà quindi sorgere e svolgersi fino al colmo della sua parabola la rivolta espressionista, un movimento culturale impegnato a rappresentare la voluttà dell'immergersi coscientemente nel dolore del mondo con un più profondo impegno esistenziale.Questo movimento trova la sua codificazione in uno scritto di A. Schering del 1920, secondo il quale il compito dell'arte è quello di rappresentare non tanto la natura o quello che questa provoca sui nostri sensi, ma quello di dare un volto esteriore alle espressioni interiori, creando così un linguaggio capace di esprimere tutte le situazioni passionali e psicologiche della vita moderna. Nel 1911 conosce Arnold Schönberg, pittore e musicista, dalle cui composizioni atonali rimase profondamente influenzato. Nel 1903 aveva conosciuto Gabriele Münter a Murnau, dove trascorreva i mesi invernali, e costei divenne compagna della sua vita fino a quando lui non le preferì la bellissima Nina Andreevsky. Gabriele Münter gli rimase sempre fedele e seppe attraversare con spirito eroico due guerre, l'inflazione e il Nazismo senza vendere neanche un suo quadro, donando tutto alla vigilia della sua morte alla Städtische Galerie di Monaco. Negli anni fecondi di Murnau Kandinsky scrive poesie, mentre continua a dipingere incessantemente paesaggi, e una composizione scenica dal titolo "Suono giallo", nettamente espressionista. L'influenza della musica è sempre più evidente anche nelle successive opere, formate da paesaggi cromatici in scene sfumate, in suoni evanescenti, frammisti con qualche parola vaga e illogica. Nel 1910 aveva già dipinto il suo primo acquerello astratto, ma la sua intera opera, ricca di esuberanza, di sonorità e di luce si definisce con il passaggio graduale dall'espressionismo figurativo all'espressionismo astratto.I suoi quadri di questi anni sono stati da lui stesso suddivisi in tre gruppi principali: Impressioni (tutte del 1911), Improvvisazioni (trentacinque, dipinte dal 1909 al 1914) e le contemporanee Composizioni. I titoli stessi ne indicano le caratteristiche su un unico tema fondamentale, le montagne di Murnau, e ne testimoniano il passaggio dall'ultimo naturalismo all'astrattismo. Nel 1911 fonda con Franz Marc Il Cavaliere azzurro (Der Blaue Reiter). La guerra interrompe lo svolgimento armonioso del suo lavoro, spingendolo a spostarsi in Svizzera, a Odessa, a Stoccolma. Nel colmo del conflitto si stabilisce in Russia, ove resterà fino al 1921, dando un contributo significativo a una somma di attività di ordine sociale, assumendo alti incarichi al Commissariato per il Progresso Intellettuale, alla Scuola d'Arte, all'Università di Mosca, ma operando soprattutto nel campo dei musei, fondandone in provincia 22. Nel 1921 il richiamo della pittura si fa più forte e, recatosi in Germania per una mostra, vi resterà.La guerra è finita da poco, Berlino è una repubblica socialista, l'inflazione rende precaria ogni sistemazione pratica ed egli continua il percorso iniziato dell'astrazione pura. Inizia a insegnare nella Bauhaus a Weimar fino alla chiusura voluta da Hitler nel 1933. Nel 1925 già la scuola si era dovuta trasferire a Dessau, ove a ogni insegnante era stata assegnata una casetta: quella di Kandinsky ebbe gli interni progettati da Klee e Breuer, talmente tanto belli che li portò con sé nel suo esilio parigino. Tiene un corso pratico e teorico di pittura, pubblica il suo saggio più importante sulla pittura astratta, in cui ha elaborato una sorta di teoria parallela a quella cui si attengono i musicisti nel comporre,"Il punto e la linea in funzione della superficie". Il suo nome comincia a correre per l'Europa e nel 1929 tiene la prima personale a Parigi. Nel suo articolo del 1931 "Riflessioni sull'arte astratta" lamenta la scarsa penetrazione di questa nell'ambiente parigino, che comunque diventerà sua dimora, fino alla sua morte a Neuilly nel 1944.
Le ultime novità di questa categoria
|