DISPONIBILE
|
Marina Cvetaeva
Poesie
A cura di Pietro A. Zveteremich
Feltrinelli
Pag. 236 Formato: 13 x 20 cm. Anno: 2014 ISBN: 978-88-07-90112-8
€. 11.00 €. 10.45 (-5%)
"Nella vita e nell'arte la Cvetaeva aspirò sempre, impetuosamente, avidamente, quasi rapacemente, alla finezza e alla perfezione: e nell'inseguirle si spinse molto in avanti, sorpassò tutti. Oltre al poco che ci è noto, essa ha scritto una quantità di cose che da noi sono ancora sconosciute: opere immense, tempestose... La loro pubblicazione segnerà un grande trionfo e una rivoluzione per la nostra poesia che, inaspettatamente, si arricchirà di un dono tardivo straordinario."
Così scriveva, nel 1956, Boris Pasternak, preconizzando per la sua sfortunata amica grandi, e tardivi, riconoscimenti.
Oggi la Cvetaeva è unanimemente considerata una delle più alte voci della poesia del secolo scorso.
Altri libri di Narrativa Russa
Altri libri dell'autore: Marina Cvetaeva
Altri libri dell'editore: Feltrinelli
Scheda dell'autore: Marina Cvetaeva
|
informazioni sull'Autore: Marina Cvetaeva
Marina Cvetaeva figlia di un eminente filologo e di una musicista, ricevette una raffinata educazione artistica e cominciò prestissimo a scrivere versi. Nel 1911 sposò uno studente di filosofia, Sergej Efron, che allo scoppio della rivoluzione si arruolò tra i Bianchi. Nel 1922 seguì il marito a Praga e poi si trasferì a Parigi. Tornata in Unione Sovietica nel 1939, fu osteggiata dalle autorità; in preda a una profonda crisi depressiva, si suicidò due anni dopo. Dopo i primi volumi di poesie (Album serale, 1910, e Lanterna magica, 1912), ancora immaturi, serbò un lungo silenzio fino al 1922, anno in cui uscirono contemporaneamente, a Berlino, le raccolte Versi a Blok, Congedo, Psiche, Verste, e il poemetto Lo zar-fanciulla, seguito da Il mestiere (1923) e Dopo la Russia (1925). Negli ultimi anni si dedicò intensamente alla prosa: stralci di memorie e saggi di argomento letterario, in una mirabile prosa lirica dal complesso impianto ritmico. La poesia della Cvetaeva, tra le più originali del Novecento russo, è aliena da qualsiasi sentimentalismo e morbidezza; secco e nervosamente cadenzato, il suo verso si frantuma in unità significanti di altissima tensione emotiva. Riducendo la metafora a violento attrito semantico, sopprimendo i nessi logici normali, la Cvetaeva arriva a trasformare le sue poesie in ruvide trame fonetiche. A questa scrittura convulsa corrisponde, tematicamente, un’enfasi che converte i gesti quotidiani in momenti di esasperata drammaticità e trova nei più appassionati miti femminili della storia russa gli ideali «alterego» della violenta personalità dell’autrice. Benché la Cvetaeva non abbia partecipato ai movimenti d’avanguardia dell’inizio del secolo, la sua ricerca espressiva e il suo sperimentalismo linguistico sono paralleli alle esperienze dei cubofuturisti e, in particolare, a quelle di Pasternak, cui la apparenta la concisione della visione poetica.
Le ultime novità di questa categoria
|