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Ivan Illich
Nello specchio del passato
Boroli editore
Pag. 232 Formato: 12,5 x 19 cm. Anno: 1992 ISBN: 978-88-7493-063-0
€. 10.50 €. 9.97 (-5%)
Le radici storiche della moderna ovvietà: pace, economia, sviluppo, linguaggio, salute, educazione. Riflessione sulle false sicurezze della cultura contemporanea. " Solo nello specchio del passato risulta possibile riconoscere la radicale alterità della topologia mentale del ventesimo secolo e divenire consapevoli dei suoi assiomi degenerativi, che normalmente rimangono oltre l'orizzonte dell'attenzione dei contemporanei.. Al termine di questo viaggio a ritroso, molte certezza costruttive del nostro paesaggio reale e mentale perdono la loro presunta ovvietà. Il valore economico e il rifiuto, la pace come equilibrio, la necessità di una sfera educativa, il linguaggio come forma di comunicazione, e persino la vita stessa appaiono come costrutti sociali che come hanno avuto un inizio possono avere anche una fine. " La mia é la ricerca di una politica dell'autolimitazione, grazie alla quale il desiderio possa fiorire e i bisogni declinare".
Ivan Illich si è dedicato alla storia medievale studiando i modi di immaginare, percepire, pensare e fantasticare tipici della metà del dodicesimo secolo. Ma in questo suo viaggio a ritroso lo sguardo è rimasto ben fisso sulla vita d’oggi e anzi, paradossalmente, si è fatto ancora più lucido. Nei testi che qui presentiamo Illich, paziente e instancabile archeologo del sapere, scava alle radici dei luoghi comuni, della modernità, per riesaminarli in una prospettiva storica. «Solo nello specchio del passato risulta possibile riconoscere la radicale alterità della topologia mentale del ventesimo secolo e divenire consapevoli dei suoi assiomi generativi, che normalmente rimangono oltre l’orizzonte dell’attenzione dei contemporanei».
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Scheda dell'autore: Ivan Illich
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informazioni sull'Autore: Ivan Illich
Ivan Illich (Vienna, 4 settembre 1926 - Brema, 2 dicembre 2002), scrittore, filosofo, sociologo e teologo. Per molti fu semplicemente un libero pensatore, che usciva fuori da qualsiasi schema preconcetto ed anticipava alcuni discorsi che in seguito furono tipici dei no-global. Nato da famiglia ebrea e cattolica di origine dalmata, che nel 1941 dovette lasciare Vienna, studiò istologia e cristallografia presso l'Università di Firenze. Dal 1932 al 1946 studiò teologia e filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma, e prestò servizio come sacerdote a New York City. Nel 1956 fu nominato vice-rettore dell'Università Cattolica di Porto Rico, e nel 1961 fondò il Centro Intercultural de Documentación (CIDOC) a Cuernavaca in Messico, un centro di ricerca che realizzava corsi per i missionari del Nord America. Dopo 10 anni, il radicalismo del CIDOC cominciò a portare l'istituzione in conflitto con il Vaticano, così nel 1976 il Centro fu chiuso con il consenso dei suoi membri. Parecchi di loro successivamente organizzarono delle scuole di lingue che esistono tutt'oggi. Illich alla fine degli anni 60 si dimise da sacerdote. Dal 1980, Ivan Illich fece molti viaggi, dividendo il proprio tempo tra gli Stati Uniti, il Messico e la Germania. Ebbe una nomina di Visiting Professor di Filosofia, Scienza, Tecnologia e Società presso la Penn State, e insegnò pure all'Università di Brema. Negli ultimi anni fu colpito da una crescita tumorale alla faccia che, in conformità con la sua critica alla medicina ufficiale, tentò, senza successo, di curare con metodi tradizionali. Fumava regolarmente oppio per lenire il dolore. All'inizio della malattia, consultò un medico per valutare la possibilità di rimuovere il tumore, ma gli fu detto che avrebbe avuto grande probabilità di perdere la facoltà della parola, così convisse meglio che poteva con la malattia, che chiamava "la mia mortalità".
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