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Mauro Di Leo
Malati di Farmaci
Perché l'industria farmaceutica vende farmaci dannosi, inventa malattie e specula sul cancro
Decrescita Felice Edizioni
Pag. 246 Formato: 14 x 21 cm. Anno: 2010 ISBN: 978-88-96085-14-1
€. 18.00 €. 17.10 (-5%)
Con la prefazione di Maurizio Pallante. Secondo le direttive della Organizzazione Mondiale della Sanità «salute e interessi commerciali sono inconciliabili». Le industrie farmaceutiche sono una grossa fetta dell' economia mondiale e vengono rappresentate da gruppi multinazionali con interessi ed entrature pressoché in ogni ambito economico e politico. II profitto è racchiuso in una pillola. In aumento anno dopo anno, non conosce crisi. Sani o non sani, non importa. Malati di farmaci, malati di profitto. Per la fiorente filiera del farmaco la malattia è solo un dettaglio: tutti dovremmo assumere una medicina per vivere oltre i cento anni.
Per Farmindustria, l'associazione che raggruppa tutte le aziende nazionali e internazionali del farmaco, l'allungamento della vita media è dovuto ai medicinali, affermando che esiste uno stretto rapporto tra qualità dei prodotti e qualità della vita, tra sviluppo economico e benessere dei cittadini. È la verità? Le cure degli ultimi decenni (molto più costose) si associano a una qualità di vita migliore? Prendiamo il cancro, una malattia che comporta cure aggressive e costose. Per valutare 1'efficacia del farmaco antitumorale quasi mai viene considerata la qualità della vita del paziente oncologico e la sua stessa sopravvivenza figura raramente, o è valutata a uno, due mesi di distanza (e non a 3-5 anni).
Pensiamo anche all'ipertensione arteriosa, determinata in parte da fattori genetici che ci portiamo dietro sin dalla nascita, è però fortemente influenzata da fattori ambientali, in particolare dal nostro stile di vita. Esiste qualcos' altro che determina fortemente la salute ed è connesso con la struttura sociale in cui si vive e quindi difficilmente eliminabile: lo stress. Secondo lo studio PREMIER2, basterebbero 18 mesi per contrastare l'ipertensione con l'adozione di una dieta povera di grassi di origine animale e soprattutto con una attività fisica costante. Salute per tutti quindi non equivale a farmaci per tutti. E poiché stiamo parlando della qualità della nostra vita, ognuno dovrebbe porsi seriamente le domande: quali sono i farmaci da prendere? Quando prenderli? Per quanto tempo? In che quantità?
Assoggettati a banalità informative che ipnotizzano le nostre menti, viviamo in tempi di sfrenato consumismo. E i farmaci stessi sono diventati oggetto di consumo. Chi ci guadagna? Sicuramente ci perde il consumatore/malato. Cosa hai detto? «No grazie, pago io». Sì, credo che siano state le mie ultime parole prima di salutare l'informatore di una ditta farmaceutica, negando che mi offrisse un «caffè». «Sei una mosca bianca» mi dice un collega accettando quel caffè. Una volta mi sono imbattuto casualmente in un sito chiamato «no grazie pago io»3. Compilai immediatamente e con entusiasmo il modulo di adesione a questa associazione di operatori sanitari che si impegna a far sì che la propaganda farmaceutica non guidi la pratica clinica. Questi medici potrebbero sembrare degli ingenui, ma non degli sprovveduti...
(Tratto dall'introduzione)
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