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Tullio Avoledo
L'Ultimo Giorno Felice
Edizioni Ambiente
Pag. 240 Formato: 13 x 18,5 cm. Anno: 2008 ISBN: 978-88-89014-86-8
€. 10.00 €. 9.50 (-5%)
«Ma c’è una sensazione forte proprio lì, in mezzo al torace: come se al posto del cuore ci fosse un terreno scavato, da cui tutto il buono è stato portato via. E nel vuoto prosciugato di ogni valore e bellezza, è come se lì adesso ci fosse una discarica di rifiuti.»
Francesco Salvador, cinquantenne, avvocato di successo. Una domenica, insieme a moglie e figli, si imbarca per una gita sulle isole della laguna veneta. Ma non riesce a godersi la bella giornata, il cellulare squilla in continuazione, e i fili della sua vita si aggrovigliano sempre di più. Francesco ha fatto i soldi vendendo i terreni lungo il fiume comprati con il duro lavoro di suo padre. Sul letto di morte gli aveva promesso che non li avrebbe mai venduti, in realtà li ha ceduti e ora sono utilizzati come cave di ghiaia e discariche. Ne è rimasto uno solo, quello su cui abita il vecchio zio. La situazione gli è ormai sfuggita di mano e precipita nel corso della giornata...
Un romanzo di atmosfere e rimpianto, in cui l’ironia lucida e disperata della prosa di Avoledo racconta il progressivo deterioramento dei nostri fiumi e delle nostre vite.
Tullio Avoledo è nato a Valvasone, in Friuli, nel 1957; dopo aver fatto il copywriter e il giornalista, lavora attualmente presso l’ufficio legale di una banca di Pordenone. Il suo romanzo d’esordio L’elenco telefonico di Atlantide (uscito per Sironi nel 2003) ha ottenuto un sorprendente successo di critica e di pubblico. Tra i suoi romanzi ricordiamo Mare di Bering (Sironi, 2003), Tre sono le cose misteriose (Einaudi, 2005), con cui ha vinto il premio Grinzane Cavour, e Breve storia di lunghi tradimenti (Einaudi, 2007). Nel 2008 è uscito il suo nuovo romanzo, La ragazza di Vajont (Einaudi).
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Scheda dell'autore: Tullio Avoledo
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informazioni sull'Autore: Tullio Avoledo
Tullio Avoledo: « Vivo e lavoro a Pordenone. Sono friulano per tre quarti e tedesco per il resto: fra i rami del mio albero genealogico c’è Johann Philipp Kimberger (1721-1783), allievo di J.S. Bach e musicista alla corte di Federico il Grande. Sin da piccolo ho sempre letto molto, probabilmente troppo. Dopo la maturità classica avrei voluto iscrivermi al DAMS a Bologna. Scelsi invece Giurisprudenza; non è stata una scelta felice. Dopo la laurea ho fatto per qualche tempo il consulente alla formazione per una ditta produttrice di personal computer e il copywriter per un’agenzia di pubblicità. Contemporaneamente traducevo libri dall’inglese e scrivevo per un giornale locale. Nel 1991 mi ha assunto una banca di Pordenone, per il suo ufficio legale, in cui lavoro tuttora. Nel ’95 ho sposato Anny, figlia di friulani nata a Parigi. Abbiamo due figli, Francesco ed Elisa. Ho partecipato a un corso di scrittura tenuto a Pordenone da Mauro Covacich e Gian Mario Villalta. Mauro è stato il primo lettore di L'elenco telefonico di Atlantide, che è nato in parte per effetto di quel corso e in parte da una lettera dello scrittore inglese Arthur C. Clarke. Mauro Covacich mi suggerì di inviare il dattiloscritto a Giulio Mozzi, che giusto allora stava curando l’avvio della collana indicativo presente per Sironi. Nel frattempo avevo finito anche un secondo romanzo, Mare di Bering, così spedii a Giulio anche quello. Risultato: dal momento che i due romanzi non si integravano nel progetto e nei parametri di indicativo presente, con mia grande sorpresa Atlantide e Bering sarebbero diventati il primo e il terzo titolo della nuova collana Questo e altri mondi! Qualche dettaglio tecnico: solitamente scrivo di notte, quando il resto della famiglia dorme, con le cuffie dello stereo sulle orecchie e nelle cuffie la musica dei miei autori preferiti. Se qualcuno dovesse domandarmi perché scrivo, gli risponderei “perché mi diverte. E mi diverto ancora di più a rileggere quello che ho scritto.” A me sembrano due buoni motivi.»
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