Arthur Koestler nacque a Budapest il 5 settembre 1905 figlio di Henrik Koestler, un commerciante ungherese nato a Miskolc da padre russo e da madre ungherese ambedue ebrei. La madre era Adele Jeiteles, un'ebrea ungherese. Nei primi anni venti la famiglia si trasferì a Vienna, dove Koestler frequentò il Politecnico. Nel 1926 abbandonò l'Europa e si trasferì con i primi coloni in Palestina, allora possedimento inglese. Assunto da un giornale tedesco, divenne inviato da Gerusalemme, per poi trasferirsi in Germania, per assumere la carica di condirettore del Berliner Zeitung am Mittag, iscrivendosi successivamente al Partito comunista. Nel 1934 si rifugiò a Parigi per sfuggire alle persecuzioni razziali naziste. Continuò la sua attività di giornalista indipendente, denunciando sempre il pericolo costituito dal regime nazista.Allo scoppio della Seconda guerra mondiale le autorità della Francia occupata lo tennero per qualche mese in un campo di detenzione; liberato, si arruolò nella Legione Straniera, per sfuggire alla deportazione sotto il regime collaborazionista della Repubblica di Vichy governata dal generale Pétain. Riuscì in tal modo a raggiungere Londra, dove si stabilì definitivamente, prendendo anche la cittadinanza britannica. Nel secondo dopoguerra continuò l'attività di scrittore e polemista, su posizioni decisamente anticomuniste. Fu anche insignito dell'Ordine dell'Impero Britannico. Nel 1983 Koestler, ormai ammalato di malattia di Parkinson e di leucemia, si suicidò insieme alla terza moglie Cynthia.