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Ivan Illich
La Perdita dei Sensi
Lef
Pag. 335 Formato: 15 x 21 cm. Anno: 2009-2022 ISBN: 978-88-95421-40-7
€. 24.00 €. 22.80 (-5%)
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L'ultimo libro postumo di Ivan Illich, “La perdita dei sensi”, costituisce un evento di grande interesse che irrompe nel dibattito italiano con una nuova versione della tesi illicchiana di fondo: i comandi organizzativi che stanno dentro gran parte della tecnologia contemporanea derubano gli esseri umani dei loro sensi e persino della capacità di morire. La divinizzazione dell’uomo operata dalla civiltà del benessere, mirando a liberarlo dalla sofferenza e dalla morte, lo rende schiavo di una sopravvivenza tecnica che è un’artificiale imitazione del vivere.
"Mi batto per una rinascita delle pratiche ascetiche, che tengano vivi i nostri sensi, nelle terre devastate dallo «show», in mezzo a informazioni schiaccianti, a consigli infiniti, alla diagnosi intensiva, alla gestione terapeutica, all’invasione di consiglieri, alle cure terminali, e alla velocità che toglie il respiro." (IVAN ILLICH)
Nel libro postumo Ivan Illich propone una moderna «ascesi» basata sui valori dell'amicizia e della convivialità: una volontaria «riconquista disciplinata» della sensorialità per uscire dai «miraggi tecnogenerati» che limitano la nostra libertà.
«La perdita dei sensi», pubblicato dalla Libreria Editrice Fiorentina, è la raccolta di testi di appunti da conferenze fra il 1987 e il 2002, anno della morte di Illich.
Testi illuminanti, di stupefacente attualità: il grande «archeologo della modernità» esamina tutti i principali problemi che oggi stiamo affrontando: dalla «politica dello show» all'effetto perverso dei mass media e degli apparati burocratici e tecnocratici, dall'isolamento sociale all'insostenibilità umana, economica ed ecologica dell'attuale modello di sviluppo.
Con la consueta libertà intellettuale, Illich delinea qui una «ecologia della percezione e dei sensi» che può ricostruire relazioni umane sostenibili e durevoli. Questo libro offre una summa del pensiero di Illich in modo ancor più suggestivo ed emotivamente carico rispetto ad altri testi, poiché si tratta della trascrizione di discorsi e lezioni. Attraverso la sua viva voce, Illich propone una via di rinascita umana nel segno della responsabilità, radicalmente alternativa a quella propinata dall'imperante apparato tecnologico che ci mutila allontanandoci da noi stessi, dallo spirito e dalla natura.
È un vero e proprio appello a superare «la disumanità di un mondo senza rapporti con il suolo», l'«impotenza programmata» e la «educazione alla sopravvivenza in un mondo artificiale», che per Illich rappresentano la «banalità del male».
Il libro propone chiavi di lettura originalissime, spiazzanti quanto feconde, in linea con le sfolgoranti intuizioni anticonformiste di Illich che da più di quarant'anni ribaltano tutte le interpretazioni correnti della società attuale.
In questa luce si possono leggere meglio anche fenomeni ed eventi che stiamo vivendo in questi anni, mesi e giorni: Eluana e cure terminali, accanimento terapeutico ed eutanasia (Illich parla di «a-mortalità» e dei «non luoghi» degli «im-morti», per i quali invita a pregare), Grande Fratello e veline in politica, esplosione dei social network surrogati dell'amicizia e di relazioni umane sfilacciate, videodipendenze e farmacodipendenze, globalismo e «glocalismo», sviluppo «sostenibile» e decrescita, fino alle «cliniche degli orrori» e alla più ardua battaglia di Obama, quella contro le lobby delle assicurazioni private sanitarie, della sanità privata e dell'industria farmaceutica e dei macchinari medicali.
Ivan Illich
Vienna, 4 settembre 1966 - Brema, 2 dicembre 2002
Scrittore, teologo e pedagogista austriaco, Illich fu un libero pensatore capace rileggere in chiave critica le istituzioni moderne, anche alla luce della sua fede cristiana. Fondatore nel 1961 del Cidoc (Centro Intercultural de Documentación) di Cuernavaca (Messico), uno dei più importanti osservatori sulla realtà sociale contemporanea, sciolto nel 1976, ha smitizzato le false certezze dell'ideologia tecnocratica: l'efficienza tecnica e l'economia della scarsità quali unici metri di misura dei sistemi sociali e del benessere, riportando l'essere umano al centro della scena.
Illich ha anticipato le più attuali ricerche e la stessa crisi (economica, ecologica e sociale) che sta sconvolgendo il mondo e che ha portato fra l'altro a un ribaltamento epocale negli Usa.
Puntato il dito sull'effetto perverso dei moderni sistemi sociali, ne ha svelato per primo la paradossale «contro-produttività»: la sanità che produce malattia e la «iatrogenesi sociale» (Nemesi medica); i mezzi di trasporto e di comunicazione che creano ingorgo, isolamento, degrado delle relazioni umane e disparità sociali (Energia, velocità e giustizia sociale, Elogio della bicicletta); il consumo coatto, la privatizzazione delle risorse naturali e lo spreco eletti a fondamento dello sviluppo economico, che disgregano la comunità e pervertono il fine sociale e umano del lavoro (La convivialità, Disoccupazione creativa, Lavoro ombra, Per una storia dei bisogni, H2O e le acque dell'oblio); le caste di professionisti, esperti e burocrati che impediscono alla società di progredire, autoorganizzarsi e autocorreggersi (Descolarizzare la società, Le professioni mutilanti, Rovesciare le istituzioni).
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Scheda dell'autore: Ivan Illich
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