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Mircea Eliade
La Biblioteca del Maharaja
E soliloqui
Bollati Boringhieri
Pag. 160 ISBN: 978-88-
€. 15.49 €. 14.72 (-5%)
Il primo scritto, La biblioteca del maharaja, appartiene alla «trilogia indiana», con India (1934) e Diario d'India (1935). I testi, di carattere prevalentemente diaristico, risalgono al 1928, 1929 e 1933. Il poco più che ventenne Eliade giunge in India passando per l'Egitto, il Mar Rosso, Ceylon. Dal cielo del Mediterraneo che risplende su Alessandria e sul Cairo alla desolazione rotta dal «passo ammaliante» dei cammelli, dal campione di umanità che offre la traversata in terza classe all'eden cingalese che stordisce con l'odore «selvaggiamente crudo, intenso, violento» delle sue foreste, fino all'India intemporale, il libro si costruisce attraverso sottili notazioni d'ambiente e prendono talora - è il caso del processo a Gandhi - la forma del reportage. In brevi pensieri a margine si annuncia poi la grandezza del futuro storico delle religioni: come nel rifiuto di ogni tentativo «mondano» di conciliarle con i tempi, di addolcire quell'aspetto «assurdo, grottesco, barbaro, insopportabile, umiliante» che le rende incomprensibili a molti.
Nel secondo testo, Soliloqui (1932), un pensiero monologante, « nato e organizzato in solitudine», continua a riflettere su questioni religiose o non lontane dalla sfera religiosa: eroismo e ascesi, paradosso e verità, origini e radici.
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Scheda dell'autore: Mircea Eliade
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informazioni sull'Autore: Mircea Eliade
Mircea Eliade (Bucarest 1907 - Chicago 1986) fu uno dei massimi storici delle religioni del Novecento, professore a Parigi e a Chicago. Eliade fu fenomenologo delle religioni, studioso ed espertissimo di yoga e di sciamanesimo, filosofo e saggista. Per i contatti giovanili con l'estrema destra rumena è stato tenuto lungamente al bando e screditato, tra gli intellettuali italiani e, per converso, assai caro e citato dalla destra nostrana. Entrambe le posizioni costituiscono un pre-giudizio che nulla ha a che vedere con il valore dello studioso e del letterato, proposto 10 volte (sia pure senza esito) per il premio Nobel della letteratura. Al centro del pensiero di Eliade c'è il concetto di mito come ierofania (apparizione / rivelazione del sacro). Il mito è un atto di creazione dello spirito indipendente dalla storia, ma che anzi fonda esso stesso la storia, e che nel corso della storia si ripete e ritorna ciclicamente. La storia delle religioni è quindi storia delle ierofanie che si ripetono nel tempo dell'uomo, riproponendovi l'alternanza sacro / profano (sia nel tempo - con le feste - che nello spazio - con i "centri del mondo") e riattualizzando per questa via i miti primordiali.
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