Margaret I. Little,(1901-1994, Medico e psicoanalista inglese. Fa dapprima un’analisi junghiana dal 1936 al 1938. Dal 1940 al 1947 è in analisi con Ella Sharpe. Fa supervisioni con Anna Freud e Willi Hoffer. Nel 1946 è membro della British Psycho-Analytical Society. Insoddisfatta della sua analisi con E. F. Sharpe, che era morta nel 1947 poco dopo aver concordato un termine dell’analisi, M. Little si rivolge prima a Sylvia Payne, sul lettino della quale grida e piange per un’ora (la Payne le dice. “ma lei sta molto male” e la Little risponde: “è quello che ho continuato a dire alla dottoressa Sharpe negli ultimi sei anni”), poi, su suggerimento della Payne, a Marion Milner, con cui fa analisi per un anno. Nel 1949 entra in analisi con Winnicott e pubblica il relativo resoconto nel 1990 Psychotic Anxieties and Containment (tradotto tre anni dopo in italiano col titolo Il vero sé in azione). E’ una delle prime psicoanaliste ad accorgersi, per dirla con Racker (cui dobbiamo rassegne bibliografiche sulla questione), del controtransfert (definito “quella parte specifica della risposta totale dell’analista ai bisogni dle paziente che rimane inconscia e rimossa”), insieme a Rosen, Winnicott, Heimann, Annie Reich, Little, Gitelson, Weigert, Fliess, Spitz, Zetzel, Money-Kyrle. Alla Heimann, in particolare, M. Little rivolge anche una critica di sapore ferencziano (un Ferenczi rivisitato anche via Winnicott). “vorrei contestare” scrive “la convinzione espressa da Paula Heimann, secondo la quale dire a un paziente le ragioni della propria mancanza di attenzione sarebbe stato dannoso”.