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Al Ghazali
Il libro della meditazione
Il Leone Verde
Pag. 112 Formato: 11,5 x 16,5 cm. Anno: 2002 ISBN: 978-88-87139-38-9
€. 8.50 €. 8.07 (-5%)
Forma di orazione mentale, in cui l’anima attraverso l’attenta considerazione di tutto quanto possa muovere la volontà al bene e al fervore della vita spirituale, la meditazione, come è noto, è pratica comune a tutte le religioni. Nell’Islam, il Corano fa perno nelle sue ammonizioni sulla necessità di meditare per scoprire i segni (âyât) di Allâh nel creato, nella storia e nell’uomo stesso . La tradizione profetica (sunnah) non manca di consigliare la meditazione e di metterne in risalto i meriti. Presso i sûfî il fikr, o meditazione, viene abitualmente messo in rapporto con il dhikr, o recitazione giaculatoria dei nomi di Dio. Nell’esercizio del fikr il sûfî si concentra su un soggetto religioso e medita “secondo una concatenazione di idee o un susseguirsi di evocazioni che egli interiorizza e rivive”; nell’esercizio del dhikr invece, concentratosi sul soggetto, egli ne ripete continuamente il nome, dapprima verbalmente e poi interiormente e “lascia che il campo della coscienza si annienti” in esso . Gli autori precedenti ad al-Ghazâlî, pur esortando alla meditazione ed elogiandone i meriti, sembrano essere stati restii a trattarla. Per quanto mi risulta, il primo a scrivere sull’argomento è stato il noto sûfî Ibn Abî ’d-Dunya (m. 281/894) nel suo Kitâb at-tafakkur wa’l-i‘tibâr, “Libro della meditazione e della considerazione”, purtroppo irreperibile. È sorprendente il fatto che le più celebri opere di Sufismo, quali il Kitâb at-ta‘arruf di al-Kalâbâdhî (m. 385/995) , il Qût al-qulûb di Abû Tâlib al-Makkî (m. 386/996) e la Risâlah di al-Qushayrî (m. 465/1074) , non dedicano alcun capitolo al fikr, ma si dilungano invece sugli stati mistici (ahwâl) e sul dhikr. Questa lacuna trova conferma nelle parole dello stesso al-Ghazâlî che all’inizio del suo libro così si esprime: “La maggior parte degli uomini pur avendo conosciuto il merito e il valore della meditazione (fikr), hanno ignorato la sua vera natura e i suoi frutti, donde essa prende inizio e dove può arrivare, qual è la sua via e quale ne è il campo, quale il metodo e quale il modo [di compierla] e non si è mai insegnato come, su che cosa e perché si debba meditare...”; e più appresso, dopo aver riportato quanto i dotti riferiscono sui meriti della meditazione, rivela che nessuno di loro “s’è mai curato di parlare della reale natura di essa e di spiegare come debba farsi ”. Il Kitâb at-tafakkur costituirebbe pertanto, a dire dello stesso al-Ghazâlî, la prima esauriente trattazione del fikr, e certamente, aggiungiamo noi, data la personalità del suo autore, la più importante della letteratura religiosa arabo-islamica....
Dal Testo Lode a Dio che non ha predeterminato [agli uomini] una direzione né un campo cui pervenire [con la meditazione] sulla Sua Potenza e non ha stabilito un percorso verso il recinto della Sua Grandezza ai gradini che l’immaginazione loro deve salire e al gettito degli strali che la loro mente deve fare, ma ha lasciato confuso e stupefatto il cuore di coloro che cercano nell’impervio deserto della Sua Gloria sicché ogni qualvolta essi fremono per raggiungere il loro scopo sono a forza allontanati dagli splendori della Maestà, ma quando, disperando di raggiungerla, essi vorrebbero allontanarsi, si sentono gridare dai padiglioni della Bellezza: "Perseveranza! Perseveranza!". Poi vien detto loro: "Datevi a riflettere sulla vostra umile condizione di servi; perché voi, se meditaste sulla Maestà del Signore, mai la potreste misurare; e se cercate qualcosa che esorbiti dal prendere in esame le vostre qualità, allora considerate come vi arrivino senza sosta gli uni dopo gli altri le grazie e i benefici di Dio eccelso e rinnovate per ognuno di questi il ricordo di Dio e la gratitudine a Lui. Meditate sull’oceano delle divine predisposizioni, come esso riversi sul mondo bene e male, utilità e danno, difficoltà e facilità, successo e perdita, ripristino e rovina, occultamento e divulgazione, fede e miscredenza, riconoscimento e disconoscimento. Se poi passate dall’esame degli Atti [divini] a quello della [Sua] Essenza, tentate un’impresa nefanda e mettete n pericolo voi stessi, superando il limite dell’umana facoltà col fare cosa oltraggiosa e ingiusta; difatti gli intelletti restano abbagliati prima ancora di essere da Lui illuminati, ricadendo indietro necessariamente, per forza". Benedizione e copiosa salvezza siano su Muhammad, signore dei figli d’Adamo, anche se egli non reputò gloria la sua signoria, - una benedizione che rimanga per noi come provvigione e tesoro [quando saremo] nei recinti della Risurrezione -, e anche sui suoi Familiari e Compagni, ognuno dei quali fu come luna piena nel cielo della religione e guida per gruppi di Musulmani! ....
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Scheda dell'autore: Al Ghazali
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informazioni sull'Autore: Al Ghazali
Abu H¨amid Mohammad ibn Mohammad al-Ghazal¨, conosciuto come Algazel nell'Europa medioevale (Tus, 1058 ¨C Tus, 1111), è stato un teologo, filosofo e mistico iraniano. Al-Ghazali nacque nel 1058 a Tus, una città situata nella provincia di Khorasan, in Persia. Suo padre, un seguace della corrente mistica sufi, morì quando al-Ghazali era ancora giovane; lui e suo fratello minore, Ahmad Ghazali (che diverrrà assai noto come teorico dell'amore mistico), vennero seguiti, per alcuni anni, da un amico del padre. Nel 1070 i due fratelli si trasferirono a Gorgan, capitale del Golestan, ove per un periodo di sette anni, studiarono nelle scuole religiose (madrasa) locali la giurisprudenza coranica (fiqh), prima di ritornare a TusIntorno al 1080 si trasferirà Nishapur, nel nordest dell'Iran, dove intraprese gli studi in una famosa scuola musulmana. Terminati gli studi, iniziò la carriera di professore presso la rinomata universit¨¤ musulmana di Baghdad (Nizamiyya, dal nome del celebre visir selgiuchide Nizam al-Mulk, che fu suo protettore). Improvvisamente nel 1095, pare a seguito di una profonda crisi spirituale, abbandona la sua carriera di docente per dedicarsi all'approfondimento dei temi della mistica o tasawwuf. Intraprese il pellegrinaggio alla Mecca e successivamente si reca in visita a Damasco, Gerusalemme e Medina. Infine, ritorna nella sua città natale, per trascorrervi gli ultimi anni di vita attendendo al completamento del suo opus magnum, ( Rivivificazione delle scienze religiose) considerato un po' la summa del sapere teologico islamico nel Medioevo.
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