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Al Ghazali
Il concerto mistico e l'estasi
Il Leone Verde
Pag. 88 Formato: 11,5 x 16,5 cm. Anno: 1999 ISBN: 978-88-87139-17-4
€. 8.26 €. 7.85 (-5%)
Il binomio musica-estasi si è imposto da sempre agli occhi dell'uomo nelle vesti di un vero e proprio «enigma», che «vibra» e «risuona» nell'armonia del mondo. I numerosi e affascinanti «ricongiungimenti» tra l'anima e la musica, visti in tale chiave, troneggiano al centro di questo straordinario trattato di Abû Hâmid al-Ghazâlî, dove l'Autore, alla luce della tradizione islamica, si interroga sulla misteriosa corrispondenza che intercorre tra l'elemento spirituale dell'essere umano e le note musicali.
«Una misteriosa corrispondenza» - sono parole del mistico musulmano Abû Hâmid al-Ghazâlî, autore di questa e di altre numerose opere , - «intercorre tra le note musicali e l’elemento spirituale dell’uomo». La qual cosa, sempre a detta del nostro al-Ghazâlî, da un punto di vista strettamente razionale, rappresenta un vero e proprio «enigma», anzi, a voler esser più precisi, il «segreto dei segreti» (sirr al-asrâr). Orbene, sulla musica in quanto «arcano sottile», fenomeno che rasenta per molti versi l’inspiegabile, sono stati versati, come si sa, fiumi di inchiostro, e non sta a noi, ché ce ne mancherebbe qualsiasi competenza, ripercorrere le varie e complesse teorie elaborate sull’argomento, a cominciare dalle pitagoriche e dalle platoniche. In questa sede, basti ricordare, sia pur per sommi capi, quanto il maestro di Samo, pressappoco duemila e quattrocento anni fa, ebbe a ritenere circa la natura più «occulta» della musica: come quest’ultima, cioè, fosse per lui - e per i successivi «neopitagorici» - quanto di più affine a quel principio di «armonia» che tutto domina, informa e riconduce a sé. Secondo Pitagora, le leggi che presiedono al movimento dei cieli, come a quello degli astri, si rivelano all’uomo - purché questi, beninteso, ne sia degno - sotto la specie di una melodia dalle proporzioni cosmiche. L’anima, dal canto suo, partecipa di questo «ordito» universale, in quanto riconosce, nell’insieme dei suoni musicali, dei rapporti di carattere propriamente matematico, che in essa, a loro volta, si rispecchiano. Platone, in linea perlomeno generale, non si discosta granché dal concetto pitagorico della musica. La quale, anche per lui, si configura, in primo luogo, come una disciplina in stretta parentela, da un lato, con l’astronomia, dall’altro, con l’aritmetica. Quella gli appare, per giunta, come uno dei fattori più importanti ai fini dell’educazione dell’anthropos ideale, nel quale il corpo e l’anima, lo ricordiamo, sono chiamati a progredire congiuntamente, in modo «euritmico». Così, colui che unisca «la ginnastica alla musica e adatti entrambe all’anima nella forma più giusta, affermeremo essere questi un perfetto intenditore di armonia, assai più di chi si limiti ad accordare le corde di uno strumento» (Repubblica, III, 412).
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Scheda dell'autore: Al Ghazali
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informazioni sull'Autore: Al Ghazali
Abu H¨amid Mohammad ibn Mohammad al-Ghazal¨, conosciuto come Algazel nell'Europa medioevale (Tus, 1058 ¨C Tus, 1111), è stato un teologo, filosofo e mistico iraniano. Al-Ghazali nacque nel 1058 a Tus, una città situata nella provincia di Khorasan, in Persia. Suo padre, un seguace della corrente mistica sufi, morì quando al-Ghazali era ancora giovane; lui e suo fratello minore, Ahmad Ghazali (che diverrrà assai noto come teorico dell'amore mistico), vennero seguiti, per alcuni anni, da un amico del padre. Nel 1070 i due fratelli si trasferirono a Gorgan, capitale del Golestan, ove per un periodo di sette anni, studiarono nelle scuole religiose (madrasa) locali la giurisprudenza coranica (fiqh), prima di ritornare a TusIntorno al 1080 si trasferirà Nishapur, nel nordest dell'Iran, dove intraprese gli studi in una famosa scuola musulmana. Terminati gli studi, iniziò la carriera di professore presso la rinomata universit¨¤ musulmana di Baghdad (Nizamiyya, dal nome del celebre visir selgiuchide Nizam al-Mulk, che fu suo protettore). Improvvisamente nel 1095, pare a seguito di una profonda crisi spirituale, abbandona la sua carriera di docente per dedicarsi all'approfondimento dei temi della mistica o tasawwuf. Intraprese il pellegrinaggio alla Mecca e successivamente si reca in visita a Damasco, Gerusalemme e Medina. Infine, ritorna nella sua città natale, per trascorrervi gli ultimi anni di vita attendendo al completamento del suo opus magnum, ( Rivivificazione delle scienze religiose) considerato un po' la summa del sapere teologico islamico nel Medioevo.
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