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Sant'Eucherio di Lione
Formule dell'intelligenza spirituale
Il Leone Verde
Pag. 144 Formato: 11,5 x 16,5 cm. Anno: 1998 ISBN: 978-88-87139-05-1
€. 8.26 €. 7.85 (-5%)
Chi si interessa di simbologia, e in particolare degli aspetti simbolici della Bibbia, leggerà certo con gusto e giovamento questo agile testo di S. Eucherio di Lione, eminente figura della Chiesa gallicana del V secolo. Procedendo in modo stringato e con un criterio analogico che, partendo da Dio, attraversa in sintesi tutte le cose mondane, Eucherio sintetizza in concise, illuminanti formulae i valori simbolici (negativi e positivi) di cose, animali, piante e azioni, legando tutti i tasselli di questa imago mundi a circostanziate citazioni della Sacra Scrittura, la quale ci appare dunque costantemente come uno specchio non solo della Parola divina, ma della sua incarnazione nel cosmo. Oltre che per una piacevole lettura integrale, il testo può essere utilizzato (grazie all’indice analitico aggiunto a questa prima traduzione italiana) come dizionarietto di esegesi biblica simbolica.
Dall'Introduzione Ogni religione che si fondi su una Rivelazione depositata in un testo sacro, deve di necessità affrontare i problemi connessi all’interpretazione di questo testo: deve cioè fondare un’ermeneutica sacra. Fatalmente (essendo questo nostro mondo impregnato di dualismo) saranno due le tendenze a prevalere e a far piegare l’ago della bilancia in direzioni opposte, ora verso l’interpretazione letterale, ora verso quella figurata. Il Cristianesimo dei primi secoli sperimentò questo cruciale contrasto nella contrapposizione (a suo modo emblematica) tra la scuola antiochena e quella alessandrina. La scuola di Antiochia (posteriore a quella alessandrina, ma cui converrà accennare per prima) si sviluppò tra la fine del III sec. e il V sec.; in campo esegetico difese strenuamente la ricerca del senso letterale, in opposizione alla scuola di Alessandria, accusata di snaturare i sacri testi e leggerli come favole mitologiche. I pregi degli Antiocheni si concentrano nel loro senso critico e nella rimarchevole predisposizione filologica, che fu di grande stimolo per le ricerche bibliche - la loro interpretazione si premura soprattutto di determinare con precisione la dimensione storico-grammaticale del testo sacro, onde poterne precisare gli esatti insegnamenti morali. La scuola di Alessandria (che ebbe come sue colonne Clemente e Origene) fiorì nel II-III sec. nell’ambiente culturalmente più ricco del tempo, accanto a scuole neoplatoniche e giudaiche che non poco contribuirono ad ampliarne gli orizzonti. La scuola alessandrina ebbe nell’esegesi allegorica della Bibbia uno dei suoi punti di forza: in particolare, la sistematizzazione che ne diede Origene diventerà (come vedremo) canonica per i secoli successivi.
Dalla Prefazione Come segno di paterna sollecitudine, ho scritto e ora ti invio queste formule per comprendere secondo lo spirito i termini latini, affinché tu intenda nel modo più facile il senso di quanto si nasconde negli scritti divini. Infatti, poiché la lettera uccide mentre lo spirito vivifica (2Cor 3, 6), è più che mai necessario penetrare in quei discorsi spirituali con spirito vivificante. Che l’intera Scrittura vada intesa allegoricamente, ci ammonisce essa stessa nel Vecchio Testamento: Voglio aprire a sentenza la mia bocca, proferire gli enigmi dei tempi antichi (Sal 77, 2), oppure quanto è scritto nel Nuovo Testamento: Tutte queste cose diceva Gesù alla folla in parabole, e non parlava loro se non per parabole (Mr 4, 33-34). Non fa dunque specie che la parola divina, rivelata dalla bocca di profeti e apostoli, si ritragga dal modo consueto di scrivere, e mostri in superficie solo le cose facili da comprendere, nascondendo nell’interiorità le eccelse; giustamente dunque si sono separate, sia per forma che per valore, le sacre parole di Dio dagli altri scritti, così che la dignità di quei celesti aromi non vada svelata ovunque e confusamente, esponendo ciò che è sacro ai cani e le perle ai porci (Mt 7, 6), e lasciando portare al volgo i vasi sacri e nascosti del tempio (Nm 4, 15-20). Al pari di quella colomba d’argento con la coda dorata (Sal 67, 14), il principio di qualsiasi scrittura divina rifulge come l’argento, ma le parti più occulte sono un oro sfolgorante. Fu dunque giusto nascondere agli occhi volgari la purezza di quegli scritti, coperta nel suo segreto come da un pudico velo: e sono gli stessi misteri celesti che per ordine divino proteggono quegli scritti, nello stesso modo in cui la divinità è celata dal suo medesimo segreto. Quando perciò troviamo scritto nei libri santi “gli occhi del Signore, la bocca del Signore, il grembo, la mano, i piedi del Signore” o anche “le armi del Signore”, non dobbiamo certo pensare che la fede cattolica della Chiesa voglia delimitare Dio con un corpo - lui che è invisibile, illimitato, immutabile e infinito; sembrò però necessario esporre tali cose per figure che vanno interpretate con l’assistenza dello Spirito Santo. Qui sta quell’interno del Tempio del Signore (Ez 40), qui il sancta sanctorum dei misteri, illuminati di enigmi....
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