Tiziano Terzani nacque a Firenze nel 1938. Visse l'infanzia in ristrettezze economiche, ma con l'acuta intelligenza che lo distingueva, la sua predisposizione allo studio, compì il riscatto culturale e sociale dalla povertà dell'ambiente familiare che gli permise quindi di frequentare il liceo classico a Firenze, Brillantemente diplomato, era sul punto di ottenere l'impiego in una banca quando vinse una borsa di studio presso il prestigioso Collegio medico-giuridico di Pisa (allora facente capo alla Scuola Normale Superiore), attuale Scuola Superiore Sant'Anna di Studi Universitari e di Perfezionamento (tra i compagni di corso c'era Giuliano Amato), laureandosi brillantemente in giurisprudenza nel 1961.
Nello stesso anno sposò Angela Staude, fiorentina di genitori tedeschi (suo padre era il pittore Hans-Joachim Staude). Trascorsi sei mesi per un Master in Inghilterra, nel 1962 iniziò a lavorare per la Olivetti dapprima come venditore e successivamente occupandosi del personale estero. Nel 1965, l'azienda lo inviò a tenere corsi di formazione in molte aree del mondo (fra cui il Giappone ed il Sud Africa), dove entrò in contatto con le problematiche dell'apartheid e dello sfruttamento sociale del continente africano: tema dei suoi primi scritti giornalistici che
l'Astrolabio, rivista diretta da Ferruccio Parri, gli pubblicò in Italia contribuendo a maturargli la decisione di cambiare radicalmente vita ed esplorare il mondo scrivendo.
Una borsa di studio offertagli dalla Columbia University di New York gli fornì la motivazione e la possibilità di licenziarsi dall'Olivetti (1969) per investire sulla sua passione: studiare la civiltà cinese e guardare più da vicino il grande esperimento socialista che Mao stava attuando in Cina. Dello stesso anno, in agosto a New York, la nascita del suo primogenito Folco.
Dopo qualche collaborazione, prima per L'Astrolabio e poi per Il Giorno, Terzani finalmente ebbe l'opportunità di diventare giornalista professionista e accettando una piccola collaborazione con il settimanale tedesco Der Spiegel, realizza il suo sogno: quello di trasferirsi in Asia come corrispondente.
Nel marzo del 1971 nacque la figlia Saskia. Terzani, con la moglie ed i due figli piccoli, si trasferì a Singapore. In quegli anni Tiziano ebbe l'opportunità di seguire da molto vicino le fasi decisive della Guerra del Vietnam, esperienza che diede origine ai suoi primi due libri. In seguito collaborò anche con i quotidiani italiani Corriere della Sera e La Repubblica, diventando uno dei più importanti giornalisti italiani a livello internazionale.
Terzani è stato un profondo conoscitore dell'Asia, non solo per quanto riguarda le vicende storiche e politiche, ma anche dal punto di vista filosofico e culturale. Ha vissuto a Pechino, Tokyo, Singapore, Hong Kong, Bangkok e Nuova Delhi, che negli ultimi anni aveva eletto come sua seconda casa. Il suo soggiorno a Pechino si concluse quando venne arrestato e "rieducato" per un mese prima di essere espulso dalle autorità cinesi per "attività controrivoluzionarie".
Le esperienze di Terzani in Asia sono confluite, oltre che negli articoli per i giornali, anche in numerosi libri, a cominciare da
Pelle di leopardo. Diario vietnamita di un corrispondente di guerra 1972-1973 (1973), che racconta le ultime fasi della guerra del Vietnam, e per finire con il suo ultimo lavoro:
Un altro giro di giostra. Tra i libri più interessanti di Terzani si ricorda
Un indovino mi disse, cronaca di un viaggio di un anno attraverso numerosi paesi dell'Asia, compiuto senza mai prendere un aereo, per seguire l'avvertimento datogli da un indovino.
Dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 diede una sua risposta alle invettive anti-islamiche della scrittrice fiorentina Oriana Fallaci nel libro
Lettere contro la guerra.
Il libro
Un altro giro di giostra tratta del suo modo di reagire alla malattia, un tumore all'intestino, viaggiando per il mondo e osservando con lo stesso spirito giornalistico di sempre le tecniche della più moderna medicina occidentale e le medicine alternative; il viaggio più difficile, alla ricerca di una pace interiore, che lo portò ad accettare serenamente la morte.
Al termine del suo viaggio,
Tiziano Terzani non trova - forse - la cura che cercava, scopre anzi che “
la malattia è la cura”, e incontra strada facendo risposte alle mille domande che ognuno si pone: qual è il mio posto nel mondo, che senso dare al mio esistere e morire. Temi importanti, affrontati sempre con ironia, leggerezza, e profonda onestà.
Terzani si ritirò in Asia e in India per diversi anni, grazie all'amicizia dell'amico Pietro Della Torre che lo accostò alla realtà filomatica. In seguito trascorse i suoi ultimi giorni ad Orsigna, il rifugio di una vita, sull'Appennino tosco-emiliano (Pistoia), spegnendosi il 28 luglio 2004. La ricerca della verità si spostò dai fatti all'interiorità, portandolo a concepire il giornalismo solo come una fase della sua vita.
Le sue ultime memorie sono registrate in un'intervista televisiva intitolata "
Anam, il senzanome" (dove Terzani parla anche della sua scelta etica in favore del vegetarismo) e nel libro postumo
La fine è il mio inizio, in cui Terzani riferisce al figlio Folco le proprie riflessioni di tutta una vita.
Uno dei più grandi italiani del XX secolo.