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Michel Leiris
Età d'Uomo
SE
Pag. 192 Formato: 13 x 22 cm. Anno: 2003 ISBN: 978-88-7710568-4
€. 18.00 €. 17.10 (-5%)
Nell’introduzione alla prima parte della sua autobiografia intitolata Età d’uomo, Michel Leiris paragona lo sforzo letterario e il rischio ch'esso comporta, al rischio del Torero che, durante il cerimoniale della corrida, deve esporsi alle corna del toro, ovvero alla morte. L’autobiografia (genere letterario caro alla tradizione occidentale: si pensi ad Agostino o a Rousseau, con le loro confessioni) mette l’autore, che voglia attenersi ad un lucido esame della propria persona e della propria storia, in una condizione di pericolo, di rischio.
Egli, mettendo a nudo se stesso, deve esporsi al giudizio dell’altro, rischiare la compromissione con l’altro, con i suoi familiari, con i suoi amici. Forse rischia qualcosa anche con se stesso, nell’affrontare i propri demoni, le proprie ombre interiori. Leiris è tuttavia convinto delle possibilità catartiche della letteratura autobiografica, cioè del fatto che quando si scrive un'autobiografia si desidera in fondo "d'essere assolti", e in ciò è impossibile negare un certo autocompiacimento narcisistico.
La differenza che esiste tra Torero e Letterato è ampia: il letterato non rischia la vita nell’attività di scrivere, semmai rischia qualcosa se la sua produzione letteraria è inserita in dinamiche più grandi, di tipo storico, sociale, politico. L’esempio portato da Leiris è quello di scrivere pagine sovversive durante l’occupazione nazista. Il rischio sta nel diffondere o rendere reperibili gli scritti, senza limitarsi a scrivere per sé. Prendendo una penna in mano si rischia se qualcun altro viene a sapere che tu stai scrivendo cose che potrebbero essere ritenute pericolose per certi valori o per un certo ordine di cose. Scrivere è "un'azione che si rapporta ad altri, i quali evidentemente non mi guarderanno più come prima”. La letteratura è qualcosa che trasforma il rapporto con l’altro.
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Scheda dell'autore: Michel Leiris
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informazioni sull'Autore: Michel Leiris
Michel Leiris (1901-1990), dopo aver partecipato al movimento surrealista negli anni venti, divenne etnologo prendendo parte nel 1931-33 alla missione Dakar-Gibuti diretta da Marcel Griaule. Lavorò al Musée d’Ethnographie, poi Musée de l’Homme, e al Cnrs, continuando peraltro una cospicua attività letteraria che si sviluppò in particolare a contatto con Georges Bataille e Roger Caillois nell’ambito del Collegio di Sociologia. Tra le sue opere tradotte in italiano, L’Africa fantasma (Rizzoli, 1984), L’età dell’uomo (Mondadori, 1991), Biffures e Carabattole (Einaudi, 1979 e 1998).
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