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Sergio Quinzio
Cristianesimo dell'Inizio e della Fine
Adelphi
Pag. 153 Formato: 14 x 22 Anno: 2014 ISBN: 978-88-4592-874-1
€. 18.00 €. 17.10 (-5%)
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La parola profetica ed escatologica – che fu quella delle prime origini cristiane – è perduta da secoli: la perdita del linguaggio è la perdita dei contenuti, che, attraverso le diverse trascrizioni, si diluiscono, diventano ambigui e infine vengono abbandonati come insignificanti. Eppure il linguaggio della immemorabile religione apocalittica e messianica non è mai morto del tutto e le sue varie reviviscenze segnano dei risvegli – fatalmente parziali e contraddittori – nella storia: l'Islam, i movimenti eretici medioevali, il sogno degli utopisti all'alba del mondo moderno, i socialismi e le rivoluzioni, fino alle sètte e ai nuovi miti dei popoli ex coloniali. Ciò che questa parola dell'inizio e della fine può esprimere non è misurabile solo con i metri culturali di cui dispone l'attuale civiltà, strumenti nati tardivamente in una fase di riflessione critica sui grandi temi oggi scomparsi all'orizzonte. Altra è la dimensione a cui quella parola si riferisce, e in essa vuole porsi questo libro. È una dimensione che esige risposte estreme e perentorie, perciò forse inudibili: come è inudibile tutto ciò che non è fondato sul già acquisito, sul conforme, in definitiva sulla permanenza della situazione data. Ma i significati necessari stanno necessariamente al di là di quella sterminata accettazione passiva che è, ai nostri giorni, la cultura. In tre parti distinte di un unico discorso vengono qui considerati i segni sparsi delle cose perdute eppure inevitabilmente e ciecamente cercate nel mondo contemporaneo: il nucleo essenziale del messaggio di Gesù attraverso un commento delle parole che gli vengono attribuite dal primo dei Vangeli, quello di Marco; la vicenda palese o sotterranea percorsa dall'attesa del «regno di Dio» nelle metamorfosi profane subite lungo i venti secoli della sua storia; la situazione paradossale del presente, dove riecheggiano, contraffatte, esperienze antiche e incancellabili.
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Scheda dell'autore: Sergio Quinzio
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informazioni sull'Autore: Sergio Quinzio
Sergio Quinzio,(Alassio, 5 maggio 1927 – Roma, 22 marzo 1996) è stato un teologo, aforista ed esegeta biblico italiano, tra i più originali del XX secolo.Figlio del capo dei vigili urbani della natia Alassio (SV), Quinzio trascorse nella cittadina ligure un'infanzia serena e relativamente agiata, fino a quando le brutalità che segnarono le ultime fasi della Guerra non costrinsero la famiglia a riparare a Roma. Qui il giovane Quinzio si iscrisse alla facoltà di ingegneria, passando poi a filosofia, ma le necessità della famiglia lo convinsero a tentare il concorso presso l'Accademia della Guardia di Finanza, dove entrò nel 1949. Rimarrà in servizio per 17 anni. Nel 1963 sposò Stefania, figlia del senatore socialista Gaetano Barbareschi, già deputato all'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana e Ministro del Lavoro nei gabinetti di Ferruccio Parri e Alcide De Gasperi. Dopo la morte della giovane moglie, dalla quale aveva avuto la figlia Pia, nel 1973 si ritirò in isolamento per quattordici anni a Isola del Piano, un piccolo paese delle Marche, dove continuò i suoi studi della Bibbia. Tra le sue opere è da segnalare il monumentale Un Commento alla Bibbia (1972). Collaborò con diversi quotidiani nazionali (La Stampa, il Corriere della Sera, l'Espresso, Il Giornale di Indro Montanelli[2]). Si risposò con Anna Giannatiempo, docente all'università di Perugia, nel 1976.
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