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Michelangelo Antonioni
Cina Chung Kuo
Con 2 DVD
Feltrinelli
Pag. 128 + 2 DVD Formato: 14,5 x 21 cm. Anno: 2007 ISBN: 978-88-07-74036-7
€. 18.90 €. 17.95 (-5%)
Tra maggio e giugno 1972 una troupe guidata da Michelangelo Antonioni percorre migliaia di chilometri, visita palazzi, fabbriche, campagne, metropoli, sedi di partito, ospedali per raccontare il continente del socialismo realizzato. Trasmesso in bianco e nero dalla Rai nel 1972, replicato a colori nel 1979 e poi scomparso, mostrato soltanto a pochi appassionati nei festival e nelle rassegne specializzate, Chung Kuo – Cina viene pubblicato qui per la prima volta. Alla sinistra di quegli anni la Cina di Antonioni, così diversa dall’iconografia ufficiale maoista, non piace per nulla. E il regista si guadagna, dal “Quotidiano del Popolo” di Pechino, la scomunica per “ostilità verso il popolo cinese”. Ma il film propone un punto di vista unico e straordinario; è un racconto domestico e interiore, un documento ancora oggi insuperato sulla Cina, le sue tradizioni e la sua spinta verso il futuro. Negli extra intervista esclusiva a Marco Bellocchio. Con il libro La sindrome cinese, testi di Moravia, Parise, Rampini, Terzani e interventi di Maraini e Vattimo.
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Scheda dell'autore: Michelangelo Antonioni
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informazioni sull'Autore: Michelangelo Antonioni
Michelangelo Antonioni (Ferrara, 29 settembre 1912 – Roma, 30 luglio 2007) è stato un regista, sceneggiatore, montatore, scrittore e pittore italiano, considerato uno dei maggiori registi della storia del cinema. Autore di riferimento del cinema moderno, fin dall'esordio nel 1950 con Cronaca di un amore, pellicola che «segna la fine del neorealismo e la nascita di una nuova stagione del cinema italiano», Antonioni ha firmato alcune delle pagine più intense e profonde del cinema degli anni sessanta e settanta. In particolare, tra il 1960 e il 1962, grazie alla sua celebre "trilogia dell'incomunicabilità", composta dai tre film in bianco e nero, L'avventura, La notte e L'eclisse (con protagonista la giovane Monica Vitti, al tempo compagna di Antonioni anche nella vita), considerati a buon diritto le prime opere cinematografiche che affrontano i moderni temi dell'incomunicabilità, dell'alienazione e del disagio esistenziale, Antonioni riesce a «rinnovare la drammaturgia filmica» e a creare un forte «smarrimento» tra pubblico e critica, che accolgono queste opere «formalmente molto innovative» in «maniera contrastante». Con i successivi Il deserto rosso (1964, Leone d'oro al miglior film al Festival di Venezia) e Blow-Up (1966, Palma d'oro al Festival di Cannes del 1967) si consacra definitivamente all'attenzione internazionale vincendo i più prestigiosi Festival cinematografici. Negli anni settanta prosegue la sua ricerca sulla «crisi della modernità», con opere discusse ed innovative quali Zabriskie Point del 1970 (un atipico road movie di grande originalità formale e narrativa e di forte critica al consumismo e Professione: reporter del 1975 (definito da Mereghetti uno "tra i [film] più belli e misteriosi di Antonioni: assolato, vitreo, impareggiabile nell'usare scenari tanto diversi").
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