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Euripide
Alcesti
A cura di Giovanni Greco - Testo originale a fronte
Feltrinelli
Pag. 144 Formato: 13 x 20 cm. Anno: 2019 ISBN: 978-88-07-90339-7
€. 8.00 €. 7.60 (-5%)
Alcesti di Euripide va in scena per la prima volta nel 438 a.C., quarto atto di una tetralogia tragica che comprendeva Le Cretesi, Alcmeone a Psofide e Telefo.
L’Alcesti è stata definita nel tempo tragicommedia e melodramma, pastiche sincretico di stili e generi, opera pro-satirica, cioè collocata al posto del dramma satiresco senza essere dramma satiresco oppure tragedia con connotati satirici nella quale l’atmosfera luttuosa viene decostruita, oltre che dal lieto fine, anche dalla presenza di Eracle mangione e beone, archetipo peculiare della commedia, che rompe l’incantesimo rituale del compianto e contamina le lacrime inconsolabili di parenti e servitù per la morte della protagonista con la riaffermazione irriverente del carpe diem.
In effetti il dramma segue il corso contrario rispetto all’andamento codificato: dalla morte iniziale si giunge alla vita, persino alla resurrezione finale come non dovrebbe essere nella peripezia tragica consueta.
Tanto che ogni tentativo di etichettare secondo partizioni storicamente determinate lo statuto dell’opera viene sistematicamente frustrato.
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Scheda dell'autore: Euripide
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informazioni sull'Autore: Euripide
Euripide (Salamina, 485 a.C. – Pella, 406 a.C.) è stato un drammaturgo greco antico. È considerato, insieme ad Eschilo e Sofocle, uno dei maggiori poeti tragici greci. Nacque a Salamina intorno al 485 a.C., ma, secondo la tradizione, si fa risalire il suo giorno di nascita al giorno della famosa battaglia di Salamina per creare una linea di continuità tra i tre maggiori tragediografi greci (Eschilo fu combattente a Salamina, mentre Sofocle diresse il peana per la vittoria). Nacque da una famiglia ateniese rifugiata sull'isola per sfuggire ai Persiani e il suo nome verrebbe dall'Euripe, il canale dove si svolse la battaglia. Aristofane, comunque, suggerisce a più riprese nelle sue commedie la bassa estrazione sociale del poeta, confermata da Teofrasto: tuttavia, la sua cultura dimostra una educazione raffinata, acquisita dallo studio presso sofisti come Protagora, che non sarebbe stata possibile senza una condizione sociale agiata, come dimostrato anche dal fatto che avrebbe messo insieme una ricca biblioteca, una delle prime di cui si faccia menzione. Contemporaneo di Socrate, ne divenne amico. Euripide si propose pubblicamente come tragediografo a partire dal 455 a.C.: la sua prima opera, Le Peliadi, ottenne il terzo premio. Divenne presto popolare, pur avendo ottenuto solo cinque vittorie, di cui una postuma: infatti Plutarco racconta, nella Vita di Nicia, come nel 413 a.C., dopo il disastro navale di Siracusa, i prigionieri ateniesi in grado di recitare una tirata di Euripide venissero rilasciati. Verso il 408 a.C., sfiduciato dagli insuccessi, Euripide si ritirava a Magnesia, poi in Macedonia, alla corte di Archelao, dove sarebbe morto, si dice, sbranato dai cani (ma la notizia è quantomeno dubbia) o ucciso da alcune donne mentre, di notte, si stava recando dall'amante di Archelao, Cratero. Solo dopo la sua morte gli ateniesi gli dedicarono nel 330 a.C. una statua di bronzo nel teatro di Dioniso.
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