A partire dalla saggezza antica di un proverbio africano: «Non c’è povertà dove non c’è ricchezza», proponiamo in questo volume l’acuto e dettagliato studio di Majid Rahnema sulla ‘povertà modernizzata’ che caratterizza il mondo di oggi. «La povertà globale è una creazione del tutto nuova e moderna. I materiali di base con cui è stata costruita sono essenzialmente l’economicizzazione della vita e l’integrazione forzata delle società vernacolari nell’economia mondiale». L’analisi è rigorosa e ‘scomoda’, ma si apre su un orizzonte di speranza: «L’era economica, come tutte quelle che l’hanno preceduta, non è una condizione compiuta ed eterna. Le crisi profonde che attraversa in tutti i campi stanno forse già preparando l’avvento di una nuova era. La fioritura di forme nuove e più elevate di povertà conviviale possono dunque apparire come l’ultima speranza di una creazione di società diverse, basate sulle gioie dell’essere di più invece che sull’ossessione dell’avere di più» (Majid Rahnema).
Un breve articolo di Arrigo Chieregatti e un testo di Enzo Scandurra sulla situazione delle periferie italiane completano il volume.