Jack London
Nato a San Francisco il 12 gennaio 1876, Jack London è uno dei pochi scrittori ai quali arrisero in vita successo e ricchezza. Era figlio di un girovago, ed i suoi genitori ben presto si disinteressarono di lui: dovette badare a se stesso in un'età in cui di norma i fanciulli non hanno altri pensieri che lo studio e il gioco. Jack London fece tutti i mestieri: lo strillone di giornali, il pescatore clandestino di ostriche, il lavandaio, l'agente di assicurazioni, il coltivatore, il cercatore d'oro nel Klondike, il corrispondente nella guerra russo-giapponese ed infine lo scrittore. Era l'epoca in cui l'America stava mutando radicalmente. L'emigrazione era aperta a tutti. Dall'Europa arrivavano i diseredati, i poveri, gli oppressi, gli avventurieri; tutti spinti da un desiderio di libertà, di emancipazione, di avventura.
Il paese da agricolo si stava trasformando in industriale. Le città sorgevano e si ingrandivano vertiginosamente, la lotta per emergere e farsi una posizione diventava frenetica. Non era più l'America presbiteriana ed austera dei tempi dei pionieri. La presenza di individui diversi fra loro per razza, cultura, tradizione, il progredire della scienza, e delle nuove teorie materialistiche, sociali, filosofiche, contribuirono senza dubbio a creare nel paese e nei suoi abitanti una grande confusione ma anche ad imprimerle quella forza e vitalità che negli anni a venire avrebbero fatto dell'America una potenza mondiale.
Pochi scrittori furono come Jack London figli del proprio tempo. Intelligentissimo, forte, robusto, dotato di un'indomita forza di volontà, autodidatta; non c'era rischio, lavoro, impresa, teoria che non lo interessasse. Grandissima influenza ebbero certamente sul suo spirito assetato di sapere e aperto a tutte le idee e ricerche, la «Teoria dell'evoluzione» di Darwin, la filosofia di Nietzsche e il socialismo di Zola. Questa sua cultura appresa affrettatamente e senza metodo e conseguentemente non meditata né assimilata a fondo fece sì che le sue opere siano a volte prolisse, caotiche e contraddittorie pur essendo pervase da un profondo spirito vitale.
Tutti i personaggi dei romanzi di London sono esseri fuori del comune, siano essi uomini o animali. Esseri forti, spregiudicati, rotti ad ogni eccesso e ad ogni sregolatezza, dominati solo dall'istinto primordiale della sopravvivenza e della lotta. Ma Jack London era anche un romantico ed a modo suo un poeta, sensibile alla bellezza della natura e alla forza dell'amore inteso come riscatto dalla brutalità.
I suoi romanzi sono in gran parte autobiografici. Tante erano state le esperienze della sua vita trascorsa sotto le più svariate latitudini e in ambienti quanto mai eterogenei che non era certamente il materiale che gli mancava per le sue creazioni. Cercatori d'oro, minatori, pescatori, contrabbandieri, ubriaconi, indiani, cacciatori sono i protagonisti dei suoi romanzi e in ognuno di essi vi è un po' della sua vita.
Il suo successo fu enorme. Guadagnò oltre un milione di dollari che però sperperò e dissipò in spese pazzesche: possedeva uno yacht di oltre quindici metri e un lussuosissimo ranch. Si fece erigere persino un castello che bruciò durante la costruzione. Tentò anche la politica, ma il suo socialismo era più teorico che concreto e non gli procurò che amarezze ed incomprensioni. Era in fondo un solitario e un disilluso della vita e già in "Martin Eden" (che è del 1909) vi è in germe l'idea del suicidio che sette anni dopo, il 22 novembre 1916, egli attuerà nel suo splendido ranch «Beauty», disperato e deluso dalle sue aspirazioni che in fondo non gli avevano portato che insoddisfazioni e scontento.
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