Nella sua fase creativa l'Europa ha coltivato la libertà, il rigore critico, la verità dell'amore, la liberazione dell'uomo. Gli assiomi che dominano il panorama della cultura attuale, invece, sembrano altri: tutto è monetizzabile, dalle persone, agli organi, al patrimonio genetico; l'unico fine dell'azione umana è l'arricchimento, e dunque la competitività imperversa; l'espansione quantitativa dev'essere infinita e inarrestabile. E' possibile sostituire questo nucleo di pensiero delirante con un altro insieme di assiomi che abbia la stessa potenza e dica una verità più profonda sull'uomo? Ecco la sfida alla quale siamo convocati in questo fine millennio. E' urgente riconoscere che le realtà umane fondamentali non hanno prezzo, che ogni persona ha diritto di esistere, che la società richiede un'organizzazione e una responsabilità comunitaria, che i beni comuni dell'umanità esigono rispetto.